LECCO – C’è fermento nel mondo scolastico lecchese, dopo la delibera da parte della Provincia di Lecco del Piano di Programmazione scolastica, che prevede per il prossimo anno l’accorpamento tra il Liceo Linguistico Bertacchi e il Liceo Classico Manzoni, per dar luce ad un unico e nuovo soggetto accademico: il Polo delle lingue antiche e moderne.
Un progetto lasciato per un decennio nel cassetto, e riesumato lo scorso novembre, per sopperire alla possibilità che l’Istituto Manzoni potesse perdere la propria autonomia amministrativa; da alcuni anni infatti, a causa di un numero insufficiente di studenti, il Liceo Classico lecchese usufruisce dell’autonomia in deroga dalla Provincia: “Bisognava intervenire – spiega l’assessore provinciale alla cultura, Luca Teti – la perdita dell’autonomia avrebbe significato perdita di qualità, sopratutto per quanto riguarda gli insegnati, che avrebbero potuto scegliere di trasferirsi altrove. Era una scelta necessaria e abbiamo portato avanti con coraggio la nostra proposta”.
La decisione, di per sé, ha trovato un certo consenso nel mondo istituzionale e in quello del personale docente, ma a creare un acceso dibattito sono le modalità e le caratteristiche assunte dal progetto: a sottolinearne le criticità è il Forum Scuola del PD che, in un comunicato stampa, ha espresso la “propria preoccupazione” ed ha invocato “una riflessione articolata”. L’associazione, nonostante consideri l’operazione un’opportunità “auspicabile e giusta”, evidenzia come a oggi non sussistano le condizioni per attuare questa scelta; i problemi principali, secondo i democratici, sono legati a tre fattori fondamentali: la sede dell’istituto che verrebbe spezzettata in tre parti (il Classico resterebbe in via Ghislanzoni, mentre il Linguistico verrebbe separato in due frammenti, ovvero la sua sede originaria e alcune aule dell’Istituto Tecnico Bovara), la possibilità che il nuovo Liceo resti senza adeguata dirigenza (con pensionamenti e trasferimenti in vista per gli attuali presidi dei due istituti) e la redistribuzione non chiara del personale docente.
“Dal provveditorato non è giunto ancora nessun chiarimento – spiega, relativamente a quest’ultima tematica, il professore Salvatore Rizzolino, docente del Liceo Bertacchi e consigliere comunale del Pd – E’ tuttora un’incognita lo smistamento degli insegnanti per i rispettivi istituti, ed il problema principale è legato all’avvicinarsi della scadenza del 30 maggio, termine ultimo per presentare la domanda di mobilità del personale. Inoltre il progetto presenta un ulteriore disagio, riguardante la complessa dislocazione degli edifici scolastici che renderà difficile l’integrazione tra i vari corsi di studio, e costringerà studenti ed insegnanti a costanti sfacchinate per spostarsi da una struttura all’altra”.
“Complessivamente – conclude il professor Rizzolino – l’operazione poteva essere positiva, ma è stata perseguita con un metodo errato, quasi a voler forzare la situazione, e con una carenza importante di dialogo verso le strutture scolastiche. Il centro sinistra, invece, si stava muovendo con maggior sensibilità verso i soggetti coinvolti.”
“Al contrario, si è cercato un percorso condiviso- spiega dal canto suo l’assessore Teti – tanto che la Provincia, nell’incontro del Comitato d’Indirizzo che ha radunato le parti in causa, ha proposto ben tre soluzioni al problema: le prime due prevedevano l’ingresso progressivo degli studenti al nuovo modello scolastico, applicate rispettivamente alle classi prime e al biennio; sindacati e dirigenti hanno però scelto la terza soluzione, ovvero di attuare tutto e subito, forse scegliendo una più rapida sistemazione degli organici, e tutelando l’occupazione degli insegnanti. All’opposto noi avremmo preferito un percorso graduale, che avrebbe permesso di valutare le varie problematiche e che avrebbe garantito un servizio migliore agli alunni. Mi sembra scorretto ora rinfacciare alla Provincia questa situazione”.