LECCO – “Il 29 luglio prossimo la Conferenza dei Comuni sarà chiamata ad esprimere il parere “obbligatorio e vincolante” sull’affidamento del servizio idrico nella nostra Provincia per i prossimi vent’anni.
Il presidente dell’Ufficio d’Ambito nella convocazione della Conferenza ha precisato che non è necessaria la preventiva delibera dei Consigli Comunali ai quali compete, per quanto previsto dall’art. 42 del TUEL, “l’organizzazione dei pubblici servizi, costituzione di istituzioni e aziende speciali, concessione dei pubblici servizi, partecipazione dell’ente locale a società di capitali, affidamento di attività o servizi mediante convenzione”.
L’affidamento sarà deliberato dalla Provincia, un ente abolito nel 2014, attraverso un Consiglio Provinciale non eletto dai cittadini con l’espressione di un parere “obbligatorio e vincolante” da parte dei Sindaci che ignorano le attribuzioni e le competenze dei Consigli Comunali.
La Democrazia è stata sostituita dall’Oligarchia. L’esito sarà scontato e non terrà conto delle esigenze dei cittadini e del servizio ma si collocherà nel progetto della grande multiutility attraverso la quale fare cassa per recupare maggiori entrate per i Comuni dissanguati dalla Legge di Stabilità. Le tariffe dei servizi pubblici sono, ma lo saranno ancora di più, un nuovo strumento di gettito fiscale.
Ma il Comitato non si arrende. Un affidamento non conforme alla legislazione vigente, non rispettoso dell’esito referendario e tendente ad una privatizzazione di fatto se non di forma, non è una sconfitta per il Comitato ma per tutti i cittadini che nel giugno 2011 hanno espresso chiaramente la propria volontà di mantenere il servizio idrico nell’area pubblica.
Purtroppo è l’esito di quasi tutti i referendum e la fine della sovranità popolare”.
Comitato Acqua pubblica e Beni Comuni