LECCO – Quattro defibrillatori sono stati assegnati alla Polizia Stradale, ai Carabinieri, alla Polizia Locale e all’A.N.A. sezione Protezione Civile e già una cinquantina di agenti e volontari sono iscritti ai corsi tenuti dalla Croce Rossa Italiana di Lecco e dal Soccorso degli Alpini di Mandello, con il primo corso al via il 16 aprile e che formerà tre squadre per Polizia Stradale, Carabinieri e Polizia Locale.
Il progetto battezzato Catena della sopravvivenza vede come promotore il Rotary Club, attraverso i Club lecchesi “le Grigne”, “Lecco” e “Manzoni”. Si tratta di un progetto triennale che ha lo scopo di creare delle efficienti e affidabili stazioni di una Rete Pad (Pubblico Accesso al Defibrillatore) in grado di attivare appunto la così detta Catena della Sopravvivenza, ossia di garantire un intervento immediato ed efficace all’interno e all’esterno delle realtà associative che sono state individuate, rendendolo disponibile anche alla cittadinanza tramite apposita segnaletica.
“Innanzitutto ringraziamo per la disponibilità e la sensibilità dimostrate, per conseguire l’abilitazione, gli agenti delle forze dell’ordine e i volontari – fa sapere il promotore dell’iniziativa Luca Mazzucchi dal Rotary Club – La scelta dei Partner che garantissero accessibilità e la creazione di tali squadre è stata conditio sine qua non per la fornitura e la manutenzione del DAE da parte del Rotary, nonché l’organizzazione dei Corsi di Formazione per ottenere l’attestato di Operatore”.
Per attivare la Rete sarà sufficiente allertare il 112, che a sua volta, in base all’ubicazione della persona colpita da arresto cardiaco (A.C.), avviserà la stazione più vicina che farà intervenire i propri volontari. Sarà ovviamente possibile chiamare anche direttamente Carabinieri 0341-2621, Polizia Stradale 0341-35731 e Polizia Locale 0341-481.343, oltre ad intervenire direttamente con la propria squadra dotata di defibrillatore, provvederanno a garantire l’intervento dell’ambulanza.
“La Morte Cardiaca Improvvisa, ovvero l’Arresto Cardiaco (A.C.) è responsabile della metà di tutte le morti per causa cardiaca – spiegano dal Rotary – Se uno Shock di emergenza non viene erogato per ripristinare il ritmo regolare, con il defibrillatore, la morte si verifica in pochi minuti. Infatti, oltre il 70% delle vittime di Fibrillazione Ventricolare muore prima di raggiungere l’ospedale. L’A.C. è responsabile del 60-70% di tutte le cause di morte cardiovascolare e ogni anno i decessi per questa patologia sono circa 73.000 con un ritmo incalzante: 200 al giorno, una ogni 7,2 minuti (Dati Ist. Superiore Della sanità – 2010). I tempi per intervenire sono estremamente ridotti: la sopravvivenza si riduce del 10% per ogni minuto. Passati i dieci minuti senza che si sia intervenuti la sopravvivenza è praticamente nulla: solo il 2 – 3% dei casi ce la fa. Considerando i tempi medi di intervento del 118 e il rischio dovuto a traffico o difficoltà di raggiungimento del malato, l’importanza della disponibilità diffusa di un DAE e dell’attuazione dalla Catena della Sopravvivenza appaiono evidenti. Se l’intervento avviene entro i 2/3 minuti le possibilità di salvare il malato salgono al 75%. L’utilizzo in luoghi affollati porterebbe a un risultato positivo almeno nel 25% dei casi di morte registrati, il che significa salvare 12.000 persone ogni anno”.