LECCO – Sempre più mani tese a chiedere la carità ai passanti: succede in tutte le grandi città ed anche a Lecco la presenza di mendicanti per le vie del centro sembra che stia conoscendo una preoccupante crescita negli ultimi anni.
Solo nella mattinata di sabato e nella sola via Roma se ne contavano quasi una decina lungo la strada e agli ingressi dei negozi, ad invocare l’aiuto di quanti, intorno a mezzogiorno, si trovavano a passeggiare tra le vetrine.
Storie di povertà, come quella di Emmanuel, 31enne nigeriano, fermo a presidiare l’incrocio con via Cattaneo, chiedendo spiccioli alla gente: “Non ho soldi né lavoro, sono in Italia da circa un anno e mezzo ma non ho trovato nulla e allora sono qui. Chiedo aiuto per mangiare, niente di più”.
Poche le monetine raccolte, forse abbastanza per acquistare del pane e una bottiglia d’acqua. “La mia famiglia d’origine è in Nigeria – ci spiega – i miei genitori e i mie fratelli. Non ho né moglie né figli, devo badare a me stesso per ora”.
A poca distanza da lui, seduta accanto alla vetrina di un negozio, troviamo Fatima, 34enne anch’essa di origine nigeriana, tra le mani un bicchierone di plastica e gli occhi fissi nel vuoto a guardare il continuo muoversi della folla dinnanzi a sé: “Sono arrivata a Lecco due anni fa e avevo trovato lavoro come donna delle pulizie da una signora. Purtroppo poi non ha avuto più bisogno ed ora mi ritrovo qui”.
Di fronte al supermercato del vicolo San Giacomo, un altro loro connazionale a racimolare qualche moneta: Ahmed, 28 anni, dice di non conoscere i due giovani nigeriani, forse insospettito dalle domande che gli facciamo.
“Sono giunto in Italia imbarcandomi in Libia poco prima della caduta di Gheddafi – racconta – Non ho trovato alcun impiego, eppure ho studiato come ingegnere anche se il mio diploma qui non mi viene riconosciuto. Non pensavo di ridurmi così”.
A loro si sommano i tanti “vù comprà” nei parcheggi del centro, i venditori di rose, i mendicanti ai semafori, a richiamare l’attenzione dei lecchesi, questi ultimi spesso indifferenti ed altre volte esasperati dalle richieste degli accattoni, in particolare proprio nelle aree di sosta a pagamento dove è diventato raro non essere avvicinati da un venditore abusivo.
Non sono solo stranieri, però, a scendere in strada: nella tarda serata di domenica, di nuovo in via Roma ed a pochi passi l’uno dall’altro, due italiani si inginocchiano lungo il viale. “Sono povero, ho perso il lavoro ed ho una famiglia da mantenere” recitano i loro cartelli; uno mostra la foto dei suoi due figli. Anche per loro oggi inizia un nuovo giorno e una nuova corsa per il proprio sostentamento.

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