Incognita per il nuovo cda Gilardoni, sindacati pronti ad ogni azione

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La Gilardoni Raggi X di Mandello


MANDELLO – Una doccia fredda per i lavoratori e per i sindacati: il tribunale di Milano ha deciso di non rinnovare l’amministrazione straordinaria della Gilardoni Raggi X e nei prossimi giorni Marco Gilardoni lascerà la guida dell’azienda.

Le sorti della ditta mandellese tornano nelle mani dei due azionisti della società, l’ex presidente Maria Cristina Gilardoni (che detiene il 55% delle quote) e il nipote  Andrea Ascani Orsini; saranno loro a dover scegliere la nuova direzione.

Una decisione, quella della magistratura, accolta con freddezza dai rappresentanti delle maestranze. La Fiom ha espresso “forte preoccupazione” e si è detta disposta a sostenere “ogni tipo di iniziativa che i lavoratori e le lavoratrici decideranno di attivare  per scongiurare che nel nuovo Consiglio di Amministrazione possano tornare figure che nel passato hanno generato le situazioni che la cronaca a reso a tutti tristemente note”.

Il rischio esiste: il timore dei sindacati è che sia la maggioranza, quindi Maria Cristina, a decidere in autonomia chi prenderà il testimone dal figlio Marco, il cui arrivo, lo scorso ottobre dopo la nomina a commissario dal tribunale e l’azzeramento del cda (in seguito alla sentenza del tribunale sulla disputa giudiziaria tra zia e nipote, che accusava la prima della cattiva gestione dell’azienda), era stato ben accettato dai lavoratori, oggi felici del mutato clima in azienda.

“Ai lavoratori parliamo di tutte le ipotesi che si possono aprire – spiega Emilio Castelli della Fim Cisl – tutti noi vorremmo che vi fosse continuità con l’attuale gestione e attendiamo di conoscere quale sarà la scelta definitiva”.

Una scelta che dovrà essere palesata entro il 12 giugno, quando scadranno gli otto mesi di mandato di Marco Gilardoni. Tutto questo mentre si attende l’apertura del processo che vede accusati sia Maria Cristina Gilardoni che l’ex capo del personale, Roberto Redaelli, delle presunte vessazioni denunciate dai dipendenti dell’azienda.

“Auspichiamo che ci sia accordo tra l’azionista maggioranza e quello di minoranza e che quindi il cda non sia l’espressione di una sola delle parti – dice Fabio Anghileri della Fiom – Vorremmo che prosegua il clima che si è riusciti a mantenere in questi mesi con Marco Gilardoni. Se dovessero esserci un ritorno della vecchia gestione, valuteremo ogni iniziativa  in accordo con i lavoratori,  personalmente sarei d’accordo anche per l’occupazione delle fabbrica se sarà il caso”.