Iniziato il Ramadan:
a Lecco un nuovo centro islamico

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LECCO – E’ iniziato mercoledì per il mondo islamico il Ramadan, il mese sacro della religione musulmana consistente nel digiuno obbligatorio da cibo e acqua, dall’alba fino al tramonto. Un mese di penitenza e purificazione che vedrà la fine il prossimo 7 agosto.

A Lecco e in provincia sono numerosissimi i fedeli che anche quest’anno si apprestano al Ramadan, ben 16 mila in tutta l’area lecchese e 2500 solo nel capoluogo secondo quanto riferito da Moez Samti, presidente del Centro culturale Assalam di Lecco.

In molti di questi si troveranno per la preghiera nel capannone in Corso Bergamo a Chiuso, adibito a moschea per garantire ai musulmani lecchesi un luogo di culto. Questo è il secondo anno che l’immobile è utilizzato a tale scopo, dopo la chiusura dell’ “Officina della Musica” di Pescarenico.

Nel frattempo in città ha aperto un nuovo centro islamico, “La Società della Tolleranza”, che ha trovato posto negli spazi di un’ex scuola di danza a pochi passi dal tribunale. Ci siamo stati, mercoledì sera, invitati da uno dei coordinatori del gruppo così da conoscere meglio l’associazione.

Ad accoglierci e a farci da guida è Jussef Dades, giovane di origine marocchina giunto a Lecco da circa un anno raggiungendo la moglie, in Italia a causa di seri motivi di salute:

L’Islam non va confuso con i fatti legati al terrorismo, è una religione che predica la fratellanza e il rispetto tra le persone – ci confida – Ci sono figure simili a quelle della religione cristiana, il paradiso e l’inferno per esempio; per noi il bene e la pace sono la direzione da seguire”.

All’interno della sala, un silenzio solenne mosso solo dai mormorii di chi in un angolo sta recitando i versetti sacri del Corano; troviamo giovani e meno giovani, provenienti dall’area del Maghreb così come dall’Africa sub-sahariana, un mondo estremamente variegato unito da un’unica fede religiosa.

Jussef, dopo averci fatto indossare un abito tradizionale e togliere le scarpe, ci spiega che ogni fedele è tenuto a recitare due preghiere obbligatorie (ṣalāt) per poter accedere alla moschea. Dopodiché parte l’attesa fino alle 21.15, quando viene distribuita una piccola offerta di cibo (dei datteri) che spezza simbolicamente il digiuno diurno; è in quel momento che appare l’Imam, vestito con una tunica  bianca, che invita i fedeli ad un momento di preghiera prima della cena.

Intanto c’è chi ha già allestito il banchetto, apparecchiato sul pavimento della sala: frutta, uova sode, polpette di riso, pane fatto in casa, thè ed una zuppa di verdura e carne; è il contributo che ogni musulmano porta alla propria comunità ed anche noi veniamo invitati a prendere parte al pasto.

“Il digiuno inizia alle 3 della mattina e termina alle 21, con il calare del sole. E’ un sacrificio non semplice – prosegue Jussef – per questo sono esentati i malati, chi deve compiere viaggi più lunghi di 48 ore e le donne se incinta”.

Il centro si è attrezzato anche per accogliere queste ultime con una sala a loro dedicata; al piano inferiore, invece, c’è in programma l’intenzione di adibire il garage con una vasca per il bagno sacro del venerdì. Alle 22.45 è previsto un altro momento di preghiera (Tarawih) e nuovi fedeli attesi in “moschea”, noi li salutiamo ringraziandoli per la generosa quanto inaspettata ospitalità.

Quando si parla di Islam e moschee inevitabilmente l’opinione pubblica è divisa, così come i commercianti e i residenti della zona: c’è chi è preoccupato, chi è fiducioso e chi finora non ha avuto alcunché da lamentarsi per i nuovi vicini di casa. C’è invece chi teme sì l’invasione musulmana.. ma per i parcheggi, che di giorno sono già presi d’assalto da quanti si recano in tribunale.

Su questo il responsabile dell’associazione, Mustapha Talas, ha fatto sapere che non ci saranno problemi e che anzi il gruppo si è organizzato per evitare l’insorgere di questa criticità.