L’Avis intitola la sede a Gianni Comini. “Sapeva incoraggiarci”

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Il dottor Gianni Comini.
Il dottor Gianni Comini.

MANDELLO – Era il 9 luglio dello scorso anno, il giorno dell’addio al dottor Gianni Comini, morto due giorni prima all’età di 85 anni. E il consiglio direttivo dell’Avis indirizzava al presidente onorario della sezione mandellese dei donatori di sangue questo saluto: “Ancora una volta ci tocca salutare un amico, un grande amico. Se volessimo raccontare il dottor Comini con un aggettivo ci piace pensare a discreto. Gianni era veramente una persona discreta”.

“Capace di essere presente in maniera mai invasiva – scrivevano gli avisini al nostro quotidiano online – Lo abbiamo incontrato insieme, noi del consiglio direttivo di Avis, l’ultima volta in occasione del suo compleanno a febbraio, a casa sua. E col suo solito modo di fare ci ha accolto con entusiasmo, con la gioia di incontrare degli amici, perché questo eravamo: soprattutto amici. Ci era sembrato molto stanco”.

“Volle sapere le ultime notizie della sezione – aggiungevano – Abbiamo parlato di nuovi iscritti, dei rapporti con le altre Avis, dei progetti che intendevamo portare avanti. Come sempre ci ha incoraggiato a proseguire e, come sempre, ha elogiato la nostra voglia di fare e la nostra intraprendenza. I suoi elogi li abbiamo sempre considerati il suo modo di approvare e sostenere il lavoro che ha distinto la sezione Avis da lui fondata”.

E ancora: “Abbiamo ricordato insieme le tante persone che hanno condiviso questa missione e questa passione. Le cose fatte e le cose che si potranno fare. La difficoltà di saper interpretare i tempi e adeguare le azioni con le conoscenze e gli strumenti di oggi. Il coraggio di adottare stili e scelte controcorrente rispetto a quello che normalmente vediamo attorno a noi”.

Il dottor Gianni Comini in una foto che lo ritrae con l'attuale presidente della sezione di Mandello dell'Avis, Piercarlo Redaelli.
Il dottor Gianni Comini in una foto che lo ritrae con l’attuale presidente della sezione di Mandello dell’Avis, Piercarlo Redaelli.

Poi un’altra considerazione: “Da lui abbiamo imparato a non apparire a tutti costi. Abbiamo imparato la pazienza di aspettare i risultati, l’umiltà di riconoscere i propri limiti e la saggezza di valorizzare il lavoro degli altri. Ma anche la caparbietà di perseguire un obiettivo quando ritenuto giusto e meritevole di attenzione. Nell’occasione gli avevamo chiesto di rimettersi in fretta perché sentivamo la sua mancanza ed era vero. Lui ci rispose che eravamo grandi abbastanza e potevamo benissimo camminare da soli. Lui la sua strada l’aveva percorsa. Lo abbiamo lasciato con la promessa di non tradire la sua fiducia. Speriamo di esserne capaci”.

Da quel giorno sono passati poco più di dieci mesi e sabato 14 maggio l’Avis comunale di Mandello intitolerà al dottor Gianni Comini la propria sede, nello stabile delle ex scuole elementari in via Dante a Molina.

Al saluto delle autorità istituzionali, previsto per le ore 17.15, seguiranno la cerimonia di intitolazione vera e propria e la benedizione del nuovo labaro.

Alle 18.15 verrà invece inaugurata la mostra fotografica documentale dedicata al cammino dell’Avis mandellese e all’operato del dottor Comini, tra i fondatori della sezione e presidente dal 1958 al 1983.

Al dottor Comini, per lunghi anni stimato medico di base, si deve in particolare la decisione – oltre trent’anni fa – di rinunciare alle medaglie destinate ai soci benemeriti dell’associazione donatori di sangue allo scopo di devolverne il ricavato in beneficenza.

La sezione mandellese fu la prima a livello nazionale ad adottare un simile provvedimento e su quella scelta proprio il dottor Comini era tornato alcuni anni fa. “Non sono mai stato troppo amico delle medaglie – aveva detto il presidente onorario dell’Avis – perché le medaglie si danno agli eroi o ai campioni olimpici. Ecco perché avevamo deciso che fosse assurdo continuare a spendere soldi per qualcosa che poi finiva dentro un cassetto. Da qui l’idea di destinare a uno o più enti benefici l’ammontare della cifra equivalente e vedere il donatore che, oltre al proprio sangue, offre anche la propria medaglia è stato ed è tuttora bellissimo”.

Del dottor Comini ai mandellesi è rimasto il ricordo del suo attaccamento alla professione e appunto del suo impegno nel sociale, che lo aveva tra l’altro portato a favorire anche la costituzione del gruppo comunale dell’Aido.

“Anche se la vita è costruita in uno strano modo – scriveva il dottor Gianni Comini nelle pagine del libro Il coraggio della solidarietà pubblicato in occasione dei 40 anni della sezione Avis di Mandello – per cui gli affanni si succedono e le gioie spesso si rivelano effimere, è pur vero che, contro tutti gli scetticismi e i facili alibi, rimane la certezza che una sola lacrima asciugata al sofferente può dare un senso al nostro cammino”.

E sabato 14 maggio, in occasione della cerimonia di intitolazione della sede, quelle sue riflessioni sembreranno ancora più vere, perché sempre attuali.