LECCO – Erano ventisei i lavoratori lecchesi che il 7 marzo del 1944 vennero arrestati e deportati nei campi di sterminio nazisti a seguito degli scioperi: diciannove di loro persero la vita. Per ricordarli, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Cgil, Cisl, Uil di Lecco insieme alle autorità civili e militari cittadine si sono riuniti in mattinata presso il parco 7 marzo 1944 di Corso Matteotti, dove è stata celebrata l’iniziativa in Memoria dei caduti e dei deportati nel 71° anniversario degli scioperi.

Tra gli intervenuti, il parroco di Castello Don Egidio Casalone, che ha voluto ricordare l’importanza del far memoria: “Le occasioni per questo raccoglimento non mancano in tutto il mondo; la morte non è l’ultima parola, questa è semmai di coloro che credono nella vita” ha detto il parroco, che ha voluto leggere per i presenti un brano tratto dalla Genesi che ha come protagonisti Caino e Abele: “L’episodio che ho voluto ricordare – ha commentato – dimostra, attraverso le gesta di Caino, come il male non porti alla felicità, anzi: chi fa del male fugge, si nasconde, e non è felice ma porta un peso dentro di sé. Dobbiamo cercare costantemente di recuperare quei valori che ci permettono di vivere bene e felicemente: ogni vita, anche quella di colui che è in galera, va rispettata”, ha quindi concluso Don Egidio, che ha poi letto una preghiera scritta da un deportato dall’emblematico titolo “Noi dei Lager”.

Il corteo si è quindi spostato in Via Castagnera, sede della lapide ai caduti, dove un commosso Pino Galbani, unico dei deportati ancora in vita, ha guidato i presenti in un silenzioso ricordo dei suoi compagni, conclusosi con un omaggio floreale alla lapide.

Ha concluso la cerimonia l’incontro presso l’aula magna dell’Istituto Bovara dove si sono alternati gli interventi di Raimondo Antonazzo, Dirigente dell’Istituto Bertacchi, Andrea Bienati, docente di storia e didattica della shoah e delle deportazioni all’Istituto superiore delle scienze religiose di Milano e Carmelo Orlando, segretario provinciale Uil Lecco, oltre che il racconto di Pino Galbani.
Di seguito i nomi dei ventisei operai e operaie lecchesi deportati a seguito degli scioperi del 7 marzo 1944:
Aldeghi Angelo, Aondio Regina, Berera Carmine, Casati Emma, Cedro Antonio, Cesana Isaia, Conti Giacomo Antonio, Funes Lino, Galbani Giuseppe “Pino”, Ghisleni Ernesto, Goretti Filippo, Invernizzi Luigi Carlo, Mazzucotelli Giuseppe, Milani Pietro, Molinari Annibale, Missaglia Elisa, Monti Antonietta, Piazza Giuseppe, Riva Angelo, Rusconi Antonio, Sangiorgio Policarpo, Spandri Agnese della Rocco Bonaiti. Pietro Ciceri della Badoni, Alessandro Dell’Oro del Caleotto e Angelo Scardigli,Gino Schiavon della File.
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