LECCO – La chiusura di due punti vendita, quello di Grosseto e di Milano centrale, il trasferimento dalla sede di Bergamo a quella di Verano Brianza per 500 dipendenti e il taglio della maggiorazione domenicale dal 90% al 30%: “un fulmine a ciel sereno” spiega Diego Verdoliva della Ficalms Cgil, rappresentante sindacale dei lavoratori della MediaWorld di Lecco che sabato hanno deciso di aderire allo sciopero contro le decisioni assunte dall’azienda.
Un’iniziativa sindacale che ha trovato ampia partecipazione, trenta lavoratori (sui 45 dipendenti dello store del Bione) fuori in presidio, dinnanzi all’ingresso con striscioni, cartelli e fischietti per sensibilizzare l’attenzione della clientela sulla delicata situazione vissuta nella nota catena commerciale.
“Nell’ultimo incontro con l’azienda ci è stato riferito un passivo di 17 milioni di euro, ma a domanda specifica su quale sia la causa di questo passivo e quali risparmi darebbe la chiusura dei due negozi non ci è stata data risposta – prosegue il sindacalista – ci dicono invece che le vendite online abbiano avuto un incremento del 33% contro un calo del -1% delle vendite in negozio. In realtà è il ‘gioco delle tre carte’, perché molto di quanto venduto online viene mobilitato nei negozi”.
Nel frattempo non è ancora chiara la sorte dei lavoratori in forze alle sedi destinate a chiudere: “L’azienda non licenzia ma trasferisce, ad oggi non si sa ancora dove. Certo, non ci vengano a dire che questi lavoratori prenderanno servizio nel nuovo negozio che aprirà a Torino, a quel punto evidentemente si spinge il dipendente alle dimissioni volontarie. Si privatizzano i guadagni e si collettivizzano le perdite, è inammissibile”.

Per questo i lavoratori del punto vendita lecchese, pur non toccati dalle chiusure, hanno deciso di aderire allo sciopero, in solidarietà ai dipendenti dei negozi coinvolti. Spetterà anche a loro, però, una busta paga più leggera. “L’azienda, autonomamente, ha deciso di decurtare la maggiorazione per le ore di lavoro della domenica, fino ad oggi stabilita al 90% e che ora scenderà al 30% come da contratto nazionale”.
“Ricordiamo che anche Lecco, come altri negozi, è stata interessata nel 2015 dal contratto di solidarietà e mobilità volontaria – ha sottolineato Barbara Cortinovis, segretaria provinciale Filcams ed ex lavoratrice Media World, anch’essa in presidio insieme ai colleghi – quello che chiediamo è un confronto sano e trasparente a livello nazionale”.

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