Usura: “Nessun allarme, ma rischi in aumento con la crisi”

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LECCO – “Il fenomeno è al momento non allarmante, in quanto i casi acclarati vanno ricondotti a fattispecie singole, normalmente riguardanti soggetti in difficoltà economica che ricorrono al prestito usurario. Ciò non toglie che rimane sempre elevata l’attenzione da parte delle Forze dell’ordine nei confronti di fenomeni, come l’usura e l’estorsione, che situazioni di crisi economica come quella attuale potrebbero ampliare”; è quanto riferito dal prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, a margine della riunione dell’Osservatorio nato dall’Accordo dell’Accordo Quadro per la Prevenzione del racket ed usura, che si è tenuta nella mattinata di giovedì.

Tale accordo, sottoscritto già nell’ottobre 2007 , è finalizzato a potenziare il rapporto tra gli Istituti di credito ed i Confidi, per l’utilizzazione delle risorse del Fondo Antiusura, previsto dall’art. 15 della Legge n. 108 del 1996, a sostegno delle piccole e medie imprese, nonché delle famiglie.

L’osservatorio rappresenta un momento di confronto che riunisce soggetti istituzionali, sindacati e istituti bancari, al fine di verificare l’incidenza dell’attività creditizia nel rapporto tra il tessuto economico e produttivo, il sistema del credito, le imprese e le Istituzioni.

Alla seduta, presieduta dal Prefetto di Lecco, hanno partecipato il Direttore della Banca D’Italia di Como, i Direttori dei Confidi del territorio, rappresentanti provinciali delle Associazioni di Categoria e degli Istituti Bancari firmatari dell’Accordo Quadro, rappresentanti delle Associazioni di Consumatori e dell’Unione Province Italiana nonché i rappresentanti delle Forze dell’Ordine territoriali.

E se racket e usura sembrano ad oggi fenomeni contenuti nel lecchese, l’Osservatorio ha sottolineato come la grave crisi economica in atto stia comportando un fermo da parte delle aziende lecchesi nella richiesta di finanziamenti, mentre le istanze avanzate sono finalizzate ad ottenere liquidità o a ristrutturazioni del debito finanziario.

A preoccupare è la possibilità che le famiglie in difficoltà possano guardare ad intermediari finanziari non istituzionali per ottenere più facilmente del credito, rischiando di compromettere ancor di più la loro situazione economica. Su questo, fanno sapere dalla Prefettura, sia i rappresentanti delle Forze dell’Ordine che della Banca d’Italia hanno sensibilizzato le Associazioni di categoria a denunciare ogni comportamento dubbio.