LECCO – 600 mila euro stanziati nel piano triennale delle opere pubbliche per fare le vetrate al centro sportivo del Bione? Dopo le dichiarazioni dell’Amministrazione comunale riguardo agli ultimi sviluppi della vicenda Bione (vedi articolo) qualcuno ha deciso di vederci chiaro, andando a spulciare nel capitolato per l’affidamento in concessione della gestione degli impianti sportivi comunali.
“Dal documento – ha denunciato il capogruppo IDV in Consiglio Comunale, Ezio Venturini – risultano a carico del Comune unicamente l’intervento di straordinaria manutenzione consistente nella sistemazione dei viali interni del centro sportivo e la completa sostituzione di parti strutturali degli immobili (art.8), dove per parti strutturali si intende tutto tra che le vetrate”.
“A carico del concessionario – ha proseguito Venturini – risultano invece la conduzione e la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti gli immobili, delle strutture, delle attrezzature e degli impianti tecnologici. Resta allora chiaro che le vetrate siano a carico del concessionario e non a carico dell’Amministrazione Comunale. Mi attiverò in tal senso per fare piena chiarezza su questi famosi 600 mila euro che rappresentano lacrime e sangue per i cittadini Lecchesi che si troveranno a sborsare dopo IMU un’altra tassa discussa , la Tares. D’altronde cosa c’entrerebbe una vetrata con la parte strutturale (cioè della struttura) dell’edificio?”
LA BONIFICA
Prosegue il lavoro dei tecnici dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente al Bione in vista della bonifica del centro sportivo e nelle scorse settimane sono stati nuovi campionamenti alle acque sotterranee. Sembra siano stati proprio queste analisi ad aver “intoppato” nell’estate del 2011 il proseguo delle verifiche sull’area:
“Si è trattato di un errore di trascrizione del laboratorio di parte – ci ha spiegato nei giorni scorsi il direttore di Arpa Lecco, Angelo Pirovano – nelle analisi effettuate dalla proprietà risultava un parametro discorde, rispetto a quanto rilevato dai tecnici dell’agenzia. Un errore materiale, risolto con ulteriori analisi dello stesso laboratorio che hanno dato un risultato uniforme al nostro”.
“Il prossimo passaggio saranno i campionamenti ai gas interstiziali – ha proseguito il direttore – dopodiché, con i risultati in mano, ci ritroveremo con il Comune per confrontare la precedente valutazione di rischio e verificare il materiale se può rimanere in sito o se è necessario asportarlo”.
Le analisi dell’agenzia sono riprese giusto qualche settimana fa, a distanza di oltre un anno dagli ultimi rilevamenti: “Posso mettermi la mano sul fuoco nessuno di Arpa ha tenuto qui una pratica per più di un anno – ha sottolineato Pirovano – Il Comune avrà avuto il suo da fare, inoltre ci siamo ritrovati nei mesi scorsi in Conferenza di Servizi; sono cose che però accadono anche nel privato, dove spesso siamo noi a sollecitare la proprietà”.