Wall Street, QLL presenta il dossier dedicato al bene confiscato

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Al centro Duccio Facchini, Qui Lecco Libera

 

LECCO – “Siamo convinti che questa vicenda non si possa dimenticare, l’ex Pizzeria è un luogo simbolo della presenza ‘ndranghetista nel territorio: mancava una panoramica completa della storia relativa all’assegnazione del bene confiscato 21 anni fa”. Così Duccio Facchini, attivista dell’Associazione Qui Lecco Libera ha aperto l’incontro che si è svolto nella mattinata di venerdì fuori dal cancello dell’ex pizzeria Wall Street in Via Belfiore 1, dedicato alla presentazione del dossier “Wall Street, storia di un bene confiscato alla ’ndrangheta lecchese”.

60 pagine di ricerca, documentazione e ricostruzione sulla più che ventennale vicenda che ha coinvolto il bene confiscato alla criminalità organizzata, curato dall’associazione in collaborazione col Centro sicilano “Giuseppe Impastato”, che ne ha diretto la prefazione tramite il co fondatore Umberto Santino.

 

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Wall Street dopo la confisca: le proposte – A Corrado Conti il compito di rievocare le sei proposte ufficiali che hanno interessato nel corso dei 21 anni trascorsi dalla confisca ad oggi il destino dello stabile di Via Belfiore. La prima proposta risale al 1997, formalizzata solo nel 1999: l’allora Prefetto Marcellino pensò di farne la sede di nuovi alloggi per la Polizia; l’anno successivo sono i Vigili del Fuoco ad interessarsi della struttura con l’intento di farne una sede distaccata della Caserma dove tenere corsi di formazione e aule informatiche per uso anche operativo; sempre nel 2000 giunge la terza proposta di utilizzo: il Comune di Lecco attraverso l’allora sindaco Lorenzo Bodega con l’assessore Carlo Invernizzi comunica la volontà di acquisire l’immobile per destinarlo a spazio di aggregazione polifunzionale per minori e giovani a rischio, ex detenuti e, in generale, soggetti adulti emarginati. Il progetto avrà nome “Down street”; per problemi che riguardano tra le altre cose le ipoteche bancarie gravanti sull’immobile, trascorrono 8 anni prima che la quarta proposta venga formulata: è l’Aler questa volta l’ente interessato e il progetto prevede la ristrutturazione di Wall Street in modo da farne appartamenti da destinare ad anziani o giovani coppie; si arriva così al 2009, anno delle dimissioni del Sindaco Antonella Faggi. Risale al settembre la lettera con la quale il Prefetto Nicola Prete comunicava quella che sarebbe stata la quinta proposta sull’ex pizzeria confiscata: uno scambio di beni, che comportava per la Prefettura l’acquisizione di Wall Street per farne un deposito per l’archivio e in cambio la cessione al Comune di altri due beni confiscati alla mafia: l’ex pizzeria “Il Giglio” e l’appartamento in Via Adamello. Lo scambio viene formalizzato nel gennaio 2010 e fino al 2012 il bene resterà nelle mani della Prefettura. La sesta e ultima proposta viene dall’associazione Libera e matura nell’aprile 2012: la nuova destinazione pensata per lo stabile abbandonato di Via Belfiore è quella di una pizzeria della legalità che affiancasse a diffusione dei prodotti commerciali provenienti dalle terre confiscate un centro per la promozione della cultura antimafia.

 

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Duccio Facchini e Corrado Conti

 

Qui Lecco Libera e il progetto – “Non siamo fondamentalmente d’accordo col modo con cui si è giunti a questo progetto della Pizzeria della legalità – ha spiegato Duccio Facchini – partendo dal fatto che nelle linee guida a sostegno della progettualità si parla di ‘iniziative che devono avvenire in concerto con l’amministrazione comunale’: un’idea sbagliata, questo progetto deve essere libero e autonomo, al di fuori di logiche clientelari.” In riferimento alla conferenza stampa di Libera dello scorso martedì 24 febbraio l’attivista ha dichiarato: “A poco meno di un mese dalla scadenza del bando, previsto per il 20 marzo, Libera e il Comune illustrano le sue caratteristiche: un po’ in ritardo nei confronti dei cittadini e del territorio, fino all’ultimo esclusi dal progetto, così come la nostra Associazione”. Ricordato da Facchini il tentativo fallito di ottenere dalla Prefettura il permesso, lo scorso 2013, di effettuare un sopralluogo nello stabile di Via Belfiore “per poter contribuire alla presentazione di proposte per la stesura del progetto definitivo”, come scritto più volte all’allora Prefetto Bellomo: “la risposta è stato il silenzio: di fatto ci è stato permesso entrare nell’ex pizzeria solamente a passaggio di chiavi tra Prefettura e Comune avvenuto, cioè lo scorso anno. A chi dice ‘quali sono state le vostre proposte’? – ha aggiunto Facchini – ricordiamo queste vicende: il progetto sin dalla sua comparsa non ha mai stimolato o preso in considerazione il ruolo della cittadinanza e società civile lecchese”.

Le proposte – Sintetizzate in conclusione le idee che l’Associazione ha avanzato al’interno del progetto “Pizzeria della Legalità”, con la promessa di collaborare con chiunque si farà avanti per promuoverle.

 

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Non solo pizzeria dunque ma un centro di documentazione e informazione antimafia della Provincia di Lecco, con la possibilità di installare uno sportello antimafia, anti-racket e anti-usura per raccogliere in forma anonima e tutelata le segnalazioni di illeciti. Accanto a ciò la volontà è quella di veder nascere un locale dalla forte identità critica, sostenibile, etica e solidale. “Naturalmente – ha detto Duccio Facchini – ci auguriamo che per coloro che vi lavoreranno saranno stipulati contratti di lavoro che siano tali. Non escludiamo l’affiancamento di un servizio di mensa sociale a quello della pizzeria.”

“Non siamo contro la pizzeria della legalità – ha quindi concluso l’attivista di Qui Lecco Libera – e ci auguriamo di non sentire frasi come ‘la comunità ha perso un’occasione unica’: il rischio, allo stato dei fatti, è che nessuno si presenti al bando. Le tempistiche con cui si sono mossi gli enti non sono state le migliori: troviamo paradossale che dopo 21 anni di attesa ora non si possano aspettare altri sei mesi per mettere a punto un progetto concreto con un bando che sia credibile, il tutto nel pieno coinvolgimento della cittadinanza.”

 

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Il dossier “Wall Street, storia di un bene confiscato alla ‘ndrangheta lecchese” sarà disponibile da oggi sul sito dell’Associazione www.quileccolibera.net