LECCO – Boom di furti nelle abitazioni a Lecco: secondo i dati forniti dalla Questura cittadina, nel capoluogo si è passati dai 87 episodi del 2011 ai 205 dello scorso anno, con uno straordinario aumento del 136%.
“Un dato preoccupante – ha spiegato il questore di Lecco, Fabrizio Bocci, che ci ha spinto ad incrementare in maniera consistente un’attività di controllo del territorio che proseguirà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi fino a che questi dati non verranno abbattuti consistentemente. Questo è un impegno che ci prendiamo nei confronti della popolazione”.
Già la scorsa settimana gli agenti della Questura lecchese hanno pattugliato non solo la città ma anche il territorio provinciale: in particolare nelle giornate di lunedì nel capoluogo, mercoledì e giovedì in Brianza con un servizio congiunto tra Carabinieri, Guardia di Finanza e pattuglie Reparto Prevenzione Crimini di Milano.
Un’attività di controllo che solo ha Lecco ha visto impegnate dieci squadre, per un totale di trenta poliziotti, che hanno effettuato quattordici posti di blocco e ben più numerosi controlli dinamici, portando a verifiche su 150 persone e 60 veicoli. “Abbiamo potuto accertare che i quartieri maggiormente colpiti da questo tipo di crimine sono quelli di Acquate e Castello – ha evidenziato il dirigente della Squadra Mobile, Marco Cadeddu – si è deciso quindi di effettuare un primo servizio mirato in quell’area della città”.
Stessi orari e stesse modalità di azione per i ladri: “Si è potuto riscontrare come la maggior parte degli episodi sia avvenuta in fascia preserale, colpendo più abitazioni della stessa palazzina o della stessa zona, penetrando dalle porte finestre dei balconi, forzandole o sfondandole” ha spiegato il dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico, Vincenzo Pasquale.
In Questura non hanno dubbi sull’identikit dei malviventi: perlopiù dell’est-Europa, alcuni facenti parti di organizzazioni criminali albanesi con base a Milano e in trasferta nel lecchese per colpire e di nuovo rincasare attraverso facili vie di fuga come la Statale 36 o le collegate strade provinciali, a bordo di furgoncini senza alcun adesivo pubblicitario e con targa straniera.
Di qui i dati estrapolati dalla responsabile dell’Ufficio Immigrazione, Fiorella Antonilli, che ha citato 8 decreti di espulsione, due di allontanamento forzato dal suolo italiano (misura sostitutiva alla carcerazione) e 20 denunce dall’inizio dell’anno per documentazioni contraffatte allegate alle richieste di permesso di soggiorno.
“Si tratta di criminalità rudimentale che agisce contro prede facili e che non usufruiscono di alcun tipo di difesa attiva o passiva – ha spiegato il questore – basta una finestra aperta, una porta d’ingresso lasciata incustodita, un cancello socchiuso per permettere a questi individui di colpire. Le forze dell’ordine possono militarizzare il territorio quanto vogliono, ma se i cittadini non mettono in pratica alcun accorgimento, non si va da nessuna parte”.