Dona gli organi dopo l’incidente, la mamma: “Vorrei incontrare chi vive grazie ad Alex”

Tempo di lettura: 2 minuti

L’appello della mamma del 21enne scomparso in un incidente stradale sulla vecchia Lecco-Ballabio

Alex aveva donato gli organi, i trapianti erano andati tutti a buon fine: “Aiutatemi a trovare chi continua a vivere grazie a mio figlio”

LECCO – “Mi piacerebbe conoscere chi ha ricevuto il dono di una nuova vita grazie a mio figlio Alex”. Questo l’appello di Sarajeva Villa, mamma del giovane Alex Crippa, scomparso lo scorso 23 giugno in un incidente stradale lungo la vecchia Lecco-Ballabio. Il giovane, 21 anni, era stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Manzoni di Lecco, dove è morto il giorno successivo al ricovero. Troppo gravi le sue condizioni.

La donazione degli organi

Nel dolore la famiglia di Alex ha compiuto un ultimo grande gesto d’amore, la donazione degli organi grazie alla quale cinque persone hanno ricevuto una nuova vita. A pochi mesi dal quel tragico anniversario la mamma di Alex ha lanciato un appello tramite i canali social, con l’obiettivo di incontrare coloro che hanno ricevuto il dono del giovane lecchese. “Era una cosa che pensavo da un po’ di tempo – ha raccontato Saraieva – mi sono confrontata con mio marito e abbiamo deciso di provare. Il fatto che Alex sia riuscito a donare praticamente tutti gli organi è stato un segno, la notizia che i trapianti erano andati a buon fine anche. Ora ci piacerebbe conoscere chi continua a vivere grazie a mio figlio, non so se sarà possibile, ma un tentativo andava fatto”.

L’appello

La mamma di Alex ha pochissime informazioni a disposizione, solo il nome degli Ospedali in cui sono avvenute le operazioni: “Soprattutto – ha detto – ci piacerebbe conoscere l’uomo che ha ricevuto il suo cuore, di 33 anni più grande di lui. 33 era il numero di Alex, anche questo per noi ha avuto un significato particolare”. Ecco l’appello condiviso da Sarajeva:  “Alex ci ha lasciato lo scorso anno, il 23 giugno un brutto incidente d’auto ce lo ha portato via. Lui giocava a calcio e indossava la maglietta col numero 33. Diceva spesso che con il suo 33 avrebbe salvato il mondo. Nel suo piccolo, lo ha fatto. Il 24 giugno quando ci hanno detto che era cerebralmente morto ho firmato per donare i suoi organi, cuore, polmoni, fegato, reni e cornee. So che i trapianti sono andati a buon fine, so dove sono stati fatti e che i riceventi erano tutti uomini. Il cuore lo ha ricevuto un uomo di 33 anni più grande di lui. Sempre il 33. Mi piacerebbe conoscere chi ha ricevuto il dono di una nuova vita  grazie a lui. Mi piacerebbe riabbracciare in qualche modo mio figlio visto che non ho potuto salutarlo. Mi piacerebbe ritrovare in qualche modo il mio 33, il mio Angelo che da lassù ci protegge”.