Arrestato 27enne a Lecco per l’omicidio di un macellaio in Calabria

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    LECCO – Si era trasferito a  Lecco, il maggiore indiziato dell’assassinio di Francesco Rosso, macellaio ucciso nel 2015 a Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro.

    Sono stati i carabinieri a rintracciare tutti e quattro i presunti responsabili, accusati di omicidio aggravato in concorso, tre dei quali residenti nel comune di Botricello, sempre nel catanzarese.

    Danilo Monti, classe 1991, ritenuto l’autore materiale di quella esecuzione si trovava invece domiciliato a Lecco, dove venerdì mattina gli uomini dell’Arma lo hanno arrestato.

    L’omicidio del giovane macellaio, 38 anni, era avvenuto il 14 aprile del 2015, mediante l’esplosione di tre colpi di pistola al viso ed al torace allorquando si trovava intento a lavorare nella macelleria di famiglia.

    Gli arresti odierni traggono origine da una complessa indagine del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sellia Marina e del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Catanzaro, condotta tra aprile 2015 e novembre 2017, che “ha recepito la minuziosa ricostruzione dei momenti immediatamente precedenti e successivi all’evento omicidiario – spiegano gli inquirenti – consistita nell’analisi di decine di riprese di impianti di videosorveglianza e di centinaia di dati inerenti al traffico telefonico e dati, che hanno portato all’univoca enucleazione del gruppo di fuoco resosi responsabile dell’omicidio”.

    Oltre al presunto esecutore dell’omicidio, sono accusati di concorso morale e materiale anche Gregorio Procopio, classe ’62, Antonio Procopio, classe ’87, e Vincenzo Sculco, classe ’88, tutti residenti a Botricello. Per i carabinieri avrebbero avuto compiti di ricognizione dei luoghi, consentendo al compimento del disegno criminoso “atti a verificare la presenza di impianti di videosorveglianza pubblici e privati sulle vie di accesso e fuga”.

    Ad incastrarli sarebbero stati i tracciamento satellitari del GPS di un’auto utilizzata, .le celle di aggancio degli apparati cellulari, tabulati telefonici, immagini impianti TVCC, attività di captazione. Tutto ciò per gli inquirenti avrebbe acclarato la premeditazione del delitto.