Una mamma coraggio che non aveva esitato a portare in tribunale il proprio figliolo in coma, ridotto così dopo che, tranquillamente seduto a un tavolino di un bar a Versasio, si vide piombare in testa un’auto uscita fuori strada poco sopra il posto, pare a causa dell’alta velocità. Il ragazzo, Giuseppe Matteo La Nasa, 19enne in coma dal giorno dell’incidente riuscì a sopravvivere per 16 mesi, ma morì lo scorso novembre. Per la famiglia continua l’impegno sociale per fermare la strage di giovani che provoca la strada, con iniziative in tutta Italia.
“Non mi dò vinta, mio figlio non può esser messo in una bara ed esser dimenticato, quindi organizzo incontri per prevenire incidenti allucinanti come quello che ha subito” scrive mamma Castiglia Rosa.
E quindi gira per le scuole ad incontrare i ragazzi, martedì prossimo sarà all‘istituto Maria Ausiliatrice; a marzo in Emilia Romagna a Modena e Bologna. Insieme ad altre 400 madri che hanno perduto i loro figli a causa degli incidenti stradali ha pregato insieme al papa a Roma: “Per dire BASTA a questi OMICIDI IMPUNITI”… Punta il dito sulle gare automobilistiche clandestine la signora Rosa e anche a Lecco sta cercando ascolto presso le istituzioni al fine di stroncare il fenomeno che a suo dire è presente anche in città.
“Noi parenti delle vittime, che la giustizia italiana cerca di annientare con sentenze vergonose ,chiediamo… vogliamo… pretendiamo GIUSTIZIA” conclude la lettera inviata ai giornali.
DALL’ARCHIVIO DI LECCONOTIZIE
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