E’ morto Giulio Bartesaghi fondatore e anima dei Ragni

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Giulio Bartesaghi (dal video Modisca 2009)

LECCO – Per sfottere i colleghi di lavoro che non aderirono allo sciopero andò a prendere un asino e lo portò in piazza con un cartello “crumiri”. Quell’asino gli venne sequestrano dai Carabinieri, e lui, scocciato per l’accaduto si recò in caserma ricordando ai militari, come a sfotterli, che non era sufficiente sequestrare l’asino, ma “bisognava anche dargli da mangiare”.

Questo è uno dei tanti aneddoti che ben descrivono il carattere di Giulio Bartesaghi, nato il 25 aprile del 1926 a Lecco e scomparso la scorsa notte all’età di 86 anni. Figlio della famiglia Bartesaghi titolare dell’omonima segheria situata in prossimità del Ponte Vecchio, a Giulio, Accademico del Cai, va riconosciuto il merito di aver fondato nientemeno che il Gruppo Ragni di Lecco.

“Attorno a quel leggendario tavolo dove si decise di dare vita al gruppo non ci fu solo Giulio – ricorda lo scrittore Alberto Benini che ebbe modo di conoscere bene Bartesaghi – ma vi fu anche il fratello Nino (scomparso nel dicembre del 2010, ndr), Franco Spreafico, Emilio Ratti e Gigino Amati. Tuttavia la leggenda narra che fu proprio Giulio quello che spronò i compagni dicendo: ‘Lo facciamo’ ”.

Ma prima di diventare “Ragni” quel gruppo di “giovincelli” amanti della montagna e dell’arrampicata si diede il nome di “Compagnia dei sempre al verde”.

Il perchè è legato a un’altra vicenda: “Si racconta – prosegue Benini – che mentre Giulio stava risalendo la Valcalolden insieme ad alcuni compagni di arrampicata per portarsi da Laorca ai Piani Resinelli, trovò lungo il sentiero una tessera, persa probabilmente da un escursionista brianzolo, sulla quale c’era scritto: ‘Gruppo dei sempre al verde’. Fu quel ritrovamento che ispirò i giovani lecchesi che a loro volta fondarono la Compagnia dei sempre al verde”.

Il passaggio a Ragni avvenne più avanti, quando il mitico alpinista Tita Piaz nel vedere arrampicare il lecchese Gigi Vitali lo soprannominò “Il Ragno”. Vitali “regalò” poi quel soprannome al gruppo di amici. La storia dei Ragni nasce così e da allora sono state scritte memorabili pagine di storia dell’alpinismo mondiale, storia che prosegue tutt’oggi.

Giulio Bartesaghi e Arnaldo Tizzoni (dal video Modisca 2009)

“Quello che va ricordato e sottolineato – prosegue Benini – è che Bartesaghi è stato l’anima del Gruppo Ragni. Era un personaggio eclettico, ma nello stesso tempo, carismatico, un trascinatore, un leader che non aveva riverenza per nessuno. Uno abituato a dire quello che pensava senza filtri ne ritegno”. E lo dimostrò in più occasioni anche quando riferendosi a Riccardo Cassin, allora già affermato alpinista e per il quale non nutriva alcuna simpatia, disse: “Sapevamo arrampicare anche noi, prima che arrivasse quel veneto là…” (anche se in realtà era friulano, ndr). I rapporti non erano per nulla idilliaci e le difficoltà tra Gruppo Ragni e Cai Lecco presieduto proprio da Cassin erano noti.
Solo il tempo riuscì a smussare le spigolature (non tutte a dire il vero) senza dimenticare l’intercessione di don Ticozzi che consigliò ai giovani Ragni che forse l’unico modo per assicurare lunga vita al gruppo era quello di non arroccarsi sulle proprie posizioni ma di entrare a far parte del Cai. E’ quel che avvenne.

Quell’impiegato della Banca Commerciale di Lecco incarnava a pennello il genio e la sregolatezza. Fu infatti lui che riuscì a stipulare un’assicurazione a favore di quegli alpinisti che la domenica prestavano soccorso in Grigna, sottoscrivendo con una compagnia assicurativa di Lecco un contratto vero e proprio. Ma fu anche tra coloro che, affittata la casa posta al Parco Valentino (oggi casa museo), smontarono la porta d’ingresso, misero neve nel corridoio, smontarono la porta-finestra che dava sul terrazzo, levarono la ringhiera trasformando il tutto in un trampolino. E così, partendo dal Coltignone con gli sci ai piedi, si catapultavano in pista e giunti in prossimità dell’abitazione Giulio e amici s’infilavano nella casa e percorso il corridoio spiccavano il salto proseguendo la discesa.

Bartesaghi in quel periodo gestì anche lo skilift dei Resinelli e sempre ai Resinelli aprì un bar ristorante posto alla fine della Valcalolden, locale che una volta chiuso, divenne fino a pochi anni fa la sua residenza.

“Anarchico” Bartesaghi lo è stato fino in fondo, anche quando sotto il regime fascista, non esitò ad entrare a far parte dei partigiani prestando servizio tra la Valle d’Aosta e il Piemonte. “Ricordo – racconta l’amico Alberto Pirovano, ex presidente dei Ragni – che in una delle tante serate trascorse nella sua tana ai Resinelli, toccando l’argomento politica disse tra il serio e il faceto: ‘Quando tutti erano fascisti, io ero comunista; quando dopo la guerra tutti sono diventati comunisti, io sono diventato leghista…’. Era uno che non amava essere confuso tra la massa, ed era impressionante la sua lucidità e la sua capacità di analizzare le cose”.

A ricordarlo è anche l’attuale presidente dei Ragni Fabio Palma: “Se oggi il gruppo dei Ragni di Lecco ancora aggrega ragazzi e uomini di tutte le età, accomunati dalla viscerale passione della scalata, è perchè dei ragazzi che avevano vissuto in prima linea la tragedia insensata della guerra decisero di fare gruppo intorno alla voglia di salire le montagne. Senza soldi, con un passato prossimo da dimenticare, e un futuro incerto e traballante. Una sola, grande forza: l’entusiasmo. Fra quei primissimi, vi furono dei fondatori, e fra di essi il grande trascinatore era proprio Giulio, uno che aveva carisma e simpatia da convincere chiunque.
Nella storia di un gruppo come il nostro i protagonisti, quelli che arrivano in cima, sono importantissimi. Ma molti di loro sarebbero stati comunque dei grandi, nella propria storia. E’ invece grazie a persone come Giulio che un insieme di uomini si dà un’anima e decide di unirsi per rinforzare una passione. Sono persone che dedicano tempo e parole più agli altri che a se stessi, e che sono pilastri fondamentali di una qualsiasi idea di gruppo”.

“Bartesaghi non è stato un grande per aver compiuto imprese epiche – spiega Benini – Ha fatto una delle prime ripetizioni sulla Nord Est del Badile, fu il primo dei Ragni ad aver con quistato lo spigolo Nord, poi ha fatto qualcosa in Val Masino oltre che in Grigna, ma la sua figura non è legata a salite spettacolare. Tuttavia è stato importante per lo spirito che ha saputo infondere e per il suo carisma. Una volta il Ragno Gianfranco Anghileri mi disse: ‘Quando andavamo ad arrampicare Giulio veniva sempre da secondo. Eppure, averlo alle spalle ti sentivi più sicuro e avevi la sensazione di essere spinto da una forza fenomenale”. Questa era la prerogativa di Giulio”.

I Funerali si terrano venerdì, alle 14,30, nella Basilica di San Nicolò a Lecco.

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09 gennaio 2013 – E’ morto Giulio Bartesaghi fondatore col fratello Nino dei Ragni di Lecco