Don Claudio Maggioni: “Il dolore è sempre innocente e non c’è mai nessuno che lo merita”
La chiesa di Laorca, questa mattina, non ha saputo contenere le numerose persone accorse per il commiato al giovane papà
LECCO – La comunità di Laorca e non solo si è riunita questa mattina, sabato, in un commosso addio a Dario Invernizzi, giovane padre di 45 anni che ha perso la vita dopo una coraggiosa battaglia contro una malattia implacabile.
Un cordoglio sentito e commosso, una comunità che ha fatto sentire il suo forte abbraccio ai famigliari affranti dal dolore: la moglie Deborah, i piccoli figli Ilaria e Michele, mamma Emma, papà Primo e con loro il fratello Serafino e la sorella Milena, mentre la chiesa dei Santi Pietro e Paolo non ha potuto contenere tutti i presenti.
Don Claudio Maggioni, che ha celebrato il funerale, nell’omelia ha sottolineato come “il dolore è sempre innocente e non c’è mai nessuno che lo merita”.
Poi ha ricordato come nei momenti bui sia necessaria la luce: “Anche piccole luci. Laddove c’è poca speranza diventa necessario Gesù nel Natale, che è la luce e ci permette di vedere. Nostro dovere – ha esortato don Maggioni – è mantenere accesa qualche luce, perché chi è nel buio possa conservare la speranza e continuare a credere nella luce. E riguardo la luce, gli occhi di Dario oggi vivono in quelli dei suoi cari e di tutti coloro che lo hanno conosciuto, ma in particolare le sue cornee, grazie al suo gesto di umanità, vivono e daranno luce agli occhi di qualcun altro che non conosciamo, ma che vedrà, grazie a Dario. Noi non abbiamo la capacità di salvare il mondo ma abbiamo il dovere di mantenere viva la speranza e noi, gregari di Gesù, possiamo portare la luce”.
Toccanti le testimonianze a conclusione del funerale, che hanno ricordato il Dario fratello e amico.
Come la lettera della sorella Milena: “Siamo in tanti, come sono state tante le persone che ti sono state vicine in questo mese. Una telefonata quel maledetto 23 novembre e quella diagnosi, il ricovero, la speranza e tu che nonostante il dolore non mollavi. Mi sono ritrovata a stringerti la mano e a piangere, a piangere tanto. Mille parole non bastano per colmare il vuoto che lasci in me. Da lassù dai la forza a Deborah di sopportare questo dolore, più di tutti lei ha bisogno di te. Noi troveremo la forza dai tuoi splendidi bambini. Ti voglio Bene”.
“Veglia da lassù tutti i tuoi cari – ha scritto un amico – Grazie per tutti i momenti passati assieme: le vacanze, le risate, le serate in compagnia, ricordi che terrò per sempre con me. Buon viaggio Dario”.
E poi c’è chi ha scelto di ricordarlo leggendo il testo della canzone di Jovanotti “ti voglio un bene dell’anima”: “Che cos’è un amico? Nessuno lo sa dire. Centomila libri non lo sanno spiegare nonostante ogni giorno esca fuori uno con una teoria con qualche bella idea. La filosofia non me l’ha ancora detto come mai un casino sembra un posto perfetto, come mai un difetto rende bello un viso, come niente più del caos può essere preciso. Quanto abbiamo riso e quanto rideremo come in quella foto che ho la faccia da scemo. Quante notti svegli a raccontarci storie, a cantare canzoni cambiando parole. Forse è tutto qui, che cosa vuoi che dica. Forse è proprio questo il bello della vita: poter dire un giorno è stata una fatica ma, ti voglio un bene dell’anima”.
Gli ex compagni di squadra dell’ex Gruppo Sportivo Oratorio di Laorca, hanno invece donato alla moglie Deborah la maglia numero 5, quella che Dario indossava durante le partite.
Il feretro fuori dalla chiesa parrocchiale ha sostato per qualche minuto, con la piazza piombata in un silenzio assoluto. Pensieri, ricordi, lacrime ognuno dei presenti ha ricordando Dario per come lo ha conosciuto, incontrato, incrociato.
Poi la salma è proseguita per la cremazione, mentre le sue ceneri verranno sepolte al cimitero di Laorca.