Viale Turati, preso a calci in faccia per aver difeso una ragazza

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La testimonianza della vittima: “Aggredito con una violenza inaudita”

E’ successo ieri sera. Il 54enne era uscito per portare fuori il cane e ha visto un giovane fuori di sé che stava per colpire una ragazza

 

LECCO – Ennesima notte di violenza sul viale Turati e a farne spese questa volta è stato un 54enne residente nel quartiere, picchiato brutalmente dopo aver tentato di dissuadere un giovane, apparentemente fuori di senno, dall’aggredire una ragazza: è successo nella tarda serata di ieri, giovedì, nella zona di piazza Cappuccini.

“Ero uscito per l’ultima passeggiata serale con il cane quando ho sentito un ragazzo che urlava come un matto alle mie spalle – ci racconta Mario, protagonista suo malgrado dalle storia – subito ho pensato fosse meglio lasciar stare e ho girato a destra verso viale de Gasperi, lui mi ha guardato e mi ha inveito contro. Poi è andato oltre. Quasi all’altezza dell’imbocco di via D’Azelio, però, ho visto che stava per raggiungere una ragazza che probabilmente conosceva, insultandola e facendo il gesto di volerla prendere a sberle”.

A quel punto è venuto d’istinto, immediatamente, al 54enne intervenire per fermare l’aggressore: “Gli ho detto ‘Cosa stai facendo?’ e lui si è rivolto verso di me come una furia: mi ha fatto cadere gli occhiali e ha iniziato a picchiarmi. Avendo una seria miopia, di notte soprattutto faccio molta fatica a vedere senza gli occhiali ed ero molto preoccupato anche per Stella, la mia cagnolina, che potesse scappare e finire investita da un’auto. Sono caduto a terra e lui ha continuato a colpirmi, prendendomi a calci in faccia senza fermarsi per minuti e minuti, mentre avevo la testa sul marciapiede”.

Una violenza inaudita: “Non è spiegabile una rabbia del genere, solo se vuoi uccidere qualcuno continui a picchiarlo per così tanto tempo – racconta Mario – ho sentito intanto la ragazza che cercava di calmarlo, in qualche modo sono riuscito a rialzarmi e a trovare gli occhiali di riserva che avevo in tasca. E’ stato un momento, poi ha aggredito nuovamente con la stessa ferocia”.

Per almeno una quindicina di minuti la via è rimasta deserta, poi, per fortuna, un gruppo di adolescenti ha visto la scena e si è avvicinato: “Volevano intervenire ma vedendo quanto fosse pericoloso quel soggetto hanno desistito, però hanno contattato la polizia e i soccorsi che sono arrivati – prosegue – i ragazzi mi hanno poi aiutato a trovare gli occhiali, mi hanno riportato Stella che si era allontanata, era terrorizzata. Ancora oggi ha negli occhi quanto è successo”.

“Ero una maschera di sangue”

L’aggressore è stato individuato e bloccato dalla polizia. Il 54enne è stato trasportato in ospedale: “Ero una maschera di sangue – racconta – mi hanno messo un punto di sutura sul sopracciglio e un cerottone sull’arcata sopraciliare. Ho la mandibola dolorante, l’occhio gonfio e blu ma la cosa che più mi ha preoccupato è un bozzo sulla testa, mi è stata fatta una tac per assicurarci che fosse un trauma cranico”.

Mario, di origine barese, vive sul Viale Turati fin dal suo arrivo a Lecco nel 2003: “Qui ho conosciuto mia moglie che abitava poco distante con la sua famiglia e abbiamo deciso di restare qui trovando l’occasione di un appartamento perché sentiamo questo posto come nostro. Quando sono arrivato da Bari nessuno chiudeva la porta di casa, ma negli anni il viale purtroppo è cambiato tantissimo, diventando luogo di ritrovo per gentaglia e di spaccio anche in pieno giorno, di violenza la sera, con risse frequenti e urla in piena notte. I pattugliamenti in forze e occasionali, che abbiamo visto nei mesi scorsi, servono a poco. Sarebbe meglio avere dei presidi fissi la sera per la sicurezza di chi vive qui”.

Una situazione inaccettabile

“La testimonianza drammatica di ieri sera conferma una situazione inaccettabile in cui è caduto il Viale – sottolinea il consigliere comunale Filippo Boscagli – Possibile uscire sotto casa con il cane, trovarsi eroicamente a difendere una ragazza ed essere massacrati di botte? Nessuna istituzione deve sottovalutare quanto sia diventato problematico vivere in quella zona, nata 60 anni fa come residenziale e divenuta un piccolo ‘far west’ in cui gli episodi sono ormai la normalità”