L’ultimo saluto al giovane sportivo, morto dopo essersi sentito male in campo durante un torneo
Un’amica: “Stare con te era gioia, ci hai insegnato a ridere, sempre e comunque”
LOMAGNA – Tantissima gente, dentro e fuori la chiesa, si è riunita per dare l’ultimo, doloroso saluto a Danilo ‘Corry’ Cremona, il giovane di 32 anni scomparso improvvisamente a causa di un malore mentre era impegnato in una partita di pallavolo.
Accanto a mamma Franca e a papà Fabiano c’erano tutti: dagli amici di sempre, cresciuti insieme a lui, alla grande famiglia sportiva della pallavolo, “il secondo polmone di Danilo” come ha ricordato Don Andrea Restelli, parroco di Lomagna, durante l’omelia. “Grazie di essere qui nonostante sia fine luglio, nonostante faccia caldo – ha detto – la vostra presenza rimarca quanto Corry, come lo chiamavo anche io, fosse un ragazzo speciale, che è stato capace di farsi volere bene”.
“Ciascuno di voi custodisce bei ricordi legati a Danilo – ha continuato – oggi il senso di rabbia ed ingiustizia forse prevalgono: una vita giovane spezzata così presto in maniera improvvisa. Danilo era un ragazzo generoso, che non si preoccupava di mettere sè stesso al secondo posto pur di accogliere, sostenere ed aiutare qualcuno. Ha saputo vivere nel segno del Vangelo fino alla fine. Ciò che fa rabbia potrebbe anche essere pensare che forse non abbia trovato la stessa cura e attenzione nel momento di estremo bisogno” ha aggiunto il parroco, riferendosi all’indagine aperta dalla Procura nei confronti di cinque sanitari dell’Ospedale di Pisa, dove Danilo era stato portato tempestivamente dopo essersi sentito male in campo. L’inchiesta è volta a chiarire le circostanze di decesso del giovane sportivo.
Chiudendo l’omelia, il parroco ha invitato gli amici a continuare a sostenere la famiglia di Danilo e le società sportive (numerose quelle presenti al funerale) a ricordarlo: “Il mio auspicio è che anche da questa tragedia possa nascere qualcosa di bello”.
A ricordare, commosse, Danilo, sono state anche una professoressa di Arte e un’amica, a nome di tutti i compagni di classe del liceo (Danilo aveva frequentato il Liceo Agnesi di Merate): “Una folata di vento ti ha portato via all’improvviso – le parole della docente – avevi tutta una vita davanti da vivere con l’entusiasmo e la spensieratezza dei trentenni. Impossibile non notarti a scuola: alto, bellissimo e sempre allegro. Eri così simpatico, a volte quasi ingenuo, riuscivi sempre a strappare un sorriso. Ti ricorderò per sempre”.
“L’insegnamento più grande che Danilo mi ha lasciato è proprio questo: sorridere sempre e comunque – ha detto con voce rotta un’amica – era un maestro nel rallegrare le situazioni. Ricordo di una volta, eravamo andati in montagna a sciare, era stata una giornata perfetta, come ogni giornata spesa con lui. Al ritorno però abbiamo avuto una serie di sfortune: il traffico, poi ci siamo persi, poi si è bucata una gomma… insomma, un viaggio difficilissimo ma con Danilo era stata una scampagnata. Con Danilo ogni cosa era gioia, e questo è davvero un superpotere. Ricordo che quando gli chiesi ammirata come facesse a restare così calmo, lui mi rispose: a cosa serve innervosirsi? Così semplice, eppure quante volte ce lo dimentichiamo e lasciamo che nervosismo e frustrazioni ricadano sugli altri. Credo che se Danilo oggi fosse qui con noi sarebbe riuscito a rallegrare anche questa situazione. Sicuramente, non vorrebbe vederci tristi e arrabbiati ma solo felici” ha concluso, tra gli applausi.
Quindi la bara è stata portata fuori dalla chiesa, dov’è stata accolta da una vera e propria folla in attesa sul sagrato. Un ultimo silenzioso saluto ad un ragazzo che, per certo, resterà nei cuori di tutti.