Processo Gilardoni: accolta la richiesta dei sindacati, sono parte civile

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LECCO – “Siamo ampiamente soddisfatti, il lavoro svolto in questi anni e tradotto nei documenti che abbiamo prodotto è stato fondamentale per legittimare le organizzazioni sindacali ad essere ammesse come parte civile in questo processo”.

E’ il commento di Emilio Castelli e Fabio Anghileri, sindacalisti di Fim Cisl e Fiom Cgil Lecco, dopo il pronunciamento del giudice Martina Beggio rispetto alla richiesta delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, avanzata dai loro avvocati Stefano Pelizzari e Maria Grazia Corti,  di costituirsi parte civile nel procedimento in corso al Tribunale di Lecco che vede imputati principali l’ex presidente della Gilardoni, Maria Cristina Gilardoni, e l’ex capo del personale Roberto Redaelli per i presunti maltrattamenti nei confronti del dipendenti dell’azienda mandellese.

Il giudice ha riconosciuto l’attività sindacale svolta dalle due organizzazioni, fin dal 2011, quando Fim e Fiom segnalavano i cattivi esiti degli incontri con la direzione aziendale in materia di permessi, assenze e malattie, denunciando nel 2012 l’installazione di telecamere a 360° per il controllo a distanza dei lavoratori, nello stesso anno erano stati proclamati due scioperi. Un’attività sindacale che si sarebbe fatta più assidua nel 2016 con presidi e assemblee pubbliche, incontri con le istituzioni.

In tribunale: sindacati e Rsu soddisfatti per la decisione del giudice

 

Al contrario, non è stata ammessa la richiesta della Gilardoni spa di costituirsi parte civile e quindi di poter essere risarcita di eventuali danni economici e d’immagine che gli imputati potrebbero aver cagionato all’azienda con il loro comportamento. La costituzione a parte civile della Gilardoni Spa per il giudice avrebbe giocato un doppio ruolo nel processo, quello di responsabile civile dei fatti accaduti tra le sue mura, quindi essere chiamata in futuro a  dover risarcire i dipendenti qualora venissero acclarate le responsabilità. Il giudice ha evidenziato un conflitto tra i due ruoli, chiarendo che le pretese risarcitorie dell’azienda potrebbero trovare spazio un procedimento civile separato da quello penale in corso presso il foro lecchese.

“Siamo felici che le nostre richieste siano state ascoltate – commenta dalla Rsu, Marco Soggetti, per 40 anni dipendente dalla Gilardoni – è un altro passo avanti verso la giustizia che i lavoratori si aspettano”.

Il prossimo lunedì si tornerà in aula: il giudice Beggio ha rinviato al 23 luglio infatti la discussione accogliendo la richiesta dei legali degli imputati di avere tempo per poter esaminare il materiale delle intercettazioni ambientali, realizzate dagli inquirenti e dagli stessi dipendenti dell’azienda, presentate dal pubblico ministero Silvia Zannini e che dovranno poi essere trascritte dal perito nominato dal tribunale.

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