Valmadrera: imprenditore arrestato dalla Finanza

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finanzaVALMADRERA – E’ lecchese uno degli arrestati dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Como che ha smascherato una presunta frode fiscale nella quale risulta coinvolta un’azienda di Valmadrera: l’arrestato, per il quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere, è il referente legale della ditta, imprenditrice di Valmadrera. Si tratta di Maria Rita Vittoria Vassena, 57 anni. 

Giovedì nei suo confronti sono scattate perquisizioni e manette, inoltre si sarebbe proceduto al sequestro dell’azienda e dell’abitazione.

“L’operazione è scaturita da un’attività di verifica fiscale che ha permesso di evidenziare il fenomeno criminale – spiegano dal Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf – E’ dal 2013 che  lavoriamo  per ricostruire il sistema di frode”.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i sette soggetti arrestati giovedì nell’ambito dell’inchiesta avrebbero dato vita ad un sistema di frode basato su quattro società “cartiere” , rette da prestanomi, create appositamente per emettere false fatture per acquisti inesistenti di materiale ferroso in favore di due società con sede a Valmadrera e ad Erba.

Le società cartiere , caricavano su di se il debito fiscale relativo all’iva sulle operazioni, senza però ottemperare ai versamenti dell’imposta e agli altri obblighi fiscali, le due società con sede a Valmadrera ed Erba avrebbero utilizzato tali fatture al fine di evadere le imposte dirette e l’IVA, giustificando contabilmente acquisti di merce di rilevante entità, a prezzi concorrenziali, grazie all’annotazione di costi fittizi, documentati dalle fatture per operazioni inesistenti, con il conseguente indebito abbattimento del reddito.

Nella frode sono state coinvolte imprese sia nazionali che estere aventi sede negli Stati Uniti (con fittizie domicilio fiscale a Milano), nonché a Como, Pero e Brescia (in tale ultima località presso un indirizzo risultato essere un semplice recapito postale), su cui venivano fatti confluire i corrispettivi provenienti dalle false fatture emesse dalle “cartiere”, in modo da ottenere lo spostamento e la disponibilità di denaro in territorio estero in completa elusione dei sistemi di monitoraggio nazionali, evidenziando in tal modo il carattere di transnazionalità dell’associazione a delinquere.

Ad Erba è finito agli arresti domiciliari il titolare dell’azienda sotto inchiesta, residente nello stesso comune, in carcere il figlio 45enne,  mentre gli altri soggetti verso i quali è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare risiederebbero nel milanese, a Vicenza, a Como e nel monzese, quest’ultimo per ora irreperibile.  L’ammontare della frode, così come è stato accertato circa 50 milioni di euro.

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