Dal Brasile un progetto per studiare il Cristo di Lecco con l’intelligenza artificiale

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Il cristo di lecco leonardo da vinci

Átila Soares da Costa Filho ha sviluppato un programma per la verifica dell’autenticità delle opere d’arte

“Per il momento i risultati indicano una probabilità del 92% a favore del fatto che il disegno sia stato realizzato da Leonardo”

LECCO – Cosa c’entra l’intelligenza artificiale con il Cristo di Lecco? Il nuovo studio arriva dall’altra parte del mondo, grazie al lavoro del ricercatore e designer brasiliano Átila Soares da Costa Filho, laureato in Disegno Industriale presso la Pontificia Universidade Católica di Rio de Janeiro (un punto di riferimento in America Latina per la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione). L’esperto di Storia dell’Arte, Archeologia e Patrimonio, ha condiviso i primi risultati dei suoi ultimi studi sull’ormai noto disegno a sanguigna del XVI secolo, attribuito da più esperti a Leonardo da Vinci.

Intorno all’opera di proprietà della famiglia lecchese Gallo-Mazzoleni, ormai da alcuni anni, si sta concentrando l’attenzione dei maggiori studiosi esperti del genio toscano. Sul disegno sono state condotte anche numerose analisi tecnico-scientifiche che hanno avvalorato la tesi che dietro al Cristo di Lecco ci sia proprio la mano di Leonardo Da Vinci.

Átila Soares, con la partecipazione dell’Ingegneria del Software legata a un rinomato istituto di ricerca in Informatica dell’America Latina, ha sviluppato un programma (ancora in fase di test) basato sull’Intelligenza Artificiale per la verifica dell’autenticità delle opere d’arte. Battezzato “Luminari”, questo sofisticato strumento permetterà di approfondire indagini sull’attribuzione e sull’autenticità di un’opera d’arte, anche nel caso in cui un determinato artista abbia un numero molto limitato di opere da confrontare e su cui basarsi.

Questo grazie a un metodo creato dal designer che mira a “colmare le lacune in caso di scarsa produzione artistica – spiega Átila – non dobbiamo dimenticare che grandi geni della pittura, nonostante la loro somma importanza, si sono limitati a una timida quantità di opere nel corso della loro carriera. Leonardo stesso ha lasciato meno di 20 dipinti ritenuti autentici, Michelangelo meno di 50 e Vermeer, meno di 40; dati che, in termini di catalogazione, non rappresenterebbero quasi nulla se li confrontassimo, per esempio, con l’opera complessiva di Rubens (con oltre 1.400 dipinti) o di Picasso (con circa 13.500)”.

Il programma è stato quindi applicato al Cristo di Lecco con risultati preliminari molto interessanti: “Per il momento i risultati indicano una probabilità del 92% a favore del fatto che il disegno sia stato realizzato direttamente dalle mani di Leonardo Da Vinci – continua Átila Soares -. A titolo di paragone, quando si parla di attribuzione nell’arte, di solito si considera autentica un’opera che raggiunga il 75% (o più) di corrispondenza tecnica e stilistica a un determinato artista. Man mano che le ricerche proseguono, le diagnosi del progetto diventano sempre più promettenti: è uno strumento che non fa che aggiungere valore all’arsenale a disposizione del ‘conoscitore’ d’arte nelle attività di autenticazione di un’opera. Che sia un bene o un male (o un po’ entrambi) l’intelligenza artificiale farà parte del futuro dell’umanità e anche il lavoro di attribuzione e autenticazione delle opere d’arte sicuramente ne sarà interessato”.

La sfida è quella di creare un algoritmo “addestrato” a trovare la compatibilità tra le informazioni incrociate ottenute dalla produzione artistica di un certo pittore e/o disegnatore in tutto il suo modus operandi. Con queste nozioni – o valori matematici -, il software sottoporrà al proprio setaccio un’eventuale opera aleatoria tramite l’architettura di un sistema di reti neurali convoluzionali. Un progetto che è solamente ai suoi inizi ma che sta già suscitando interesse. Così come molto interessante è l’intreccio di studi e relazioni che si è creato ormai da alcuni anni attorno al Cristo di Lecco.

Átila Soares ha già annunciato che, al termine del progetto, rivelerà ulteriori dettagli sugli esperimenti. Ricordiamo che il ricercatore e specialista brasiliano, autore delle recenti ricostruzioni del volto di Maria di Nazareth e della Vergine di Guadalupe (avvalendosi pure della IA), nonché scopritore di rappresentazioni della Sindone di Torino in alcune opere di Leonardo, è membro del comitato scientifico della Mona Lisa Foundation (Zurigo), della Fondazione Leonardo da Vinci (Milano) e del progetto L’Invisibile nell’Arte / Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali (Roma).