Caffè letterario sabato a Villa Manzoni
Tanti appuntamenti domenica, stasera al Cenacolo c’è Tullio Solenghi
LECCO – Grande successo sabato sera, 7 ottobre, per la Locanda Manzoni, uno degli eventi più attesi del Festival “Lecco città dei Promessi Sposi”, sold out già da settimane: le scuderie di Villa Manzoni, cuore della rassegna, si sono trasformate in un caffè letterario, animato da una conversazione condotta da Mauro Rossetto, direttore del Museo Manzoniano con Alessandro Zaccuri, scrittore e responsabile comunicazione dell’Università Cattolica di Milano, e Marina Marazza, scrittrice e giornalista, già editor di Disney Italia e collaboratrice di diverse riviste, e le letture teatrali di Tommaso Massimo Rotella e Patrizia Camatel tratte dai romanzi dei due scrittori, che hanno letteralmente stregato i presenti.
“Del romanziere sappiamo tutto – ha spiegato Marina Marazza – mi interessava il Manzoni figlio, padre, marito e l’ho raccontato attraverso gli occhi innamoratissimi eppure disincantati di Teresa Borri, la seconda moglie. L’Ottocento è per fortuna un secolo ricco di fonti, epistolari, memoire: davvero non c’è il problema di reperire informazioni”.
Cosi l’autrice ha riscostruito il primo incontro e altri momenti appassionati, divertenti e tragici della vita del Gran Lombardo. Il suo romanzo, “Le due mogli di Manzoni” edito da Solferino, solidamente agganciato a fonti storiche, è un godibilissimo viaggio nella famiglia Manzoni e nella Milano ottocentesca con i suoi salotti e i suoi riti. Scopriamo così un uomo appassionato, ironico, con una madre ingombrante, come Giulia Beccaria, sette figli più quello della nuova moglie, anch’ella vedova. Un modo originale di accostarsi ad Alessandro più che al Manzoni.
Taglio radicalmente diverso per “Poco a me stesso”, il romanzo di Alessandro Zaccuri edito per i tipi di Marsiglio, che propone invece un’ipotetica vita di Alessandro Manzoni se le cose fossero andate diversamente. “Se Giulia Beccaria non avesse accettato il matrimonio di convenienza con Pietro Manzoni, se avesse comunque avuto un figlio dal Verri e se lo avesse esposto, cosa sarebbe accaduto? – si è chiesto l’autore – Ho immaginato che il trovatello sarebbe comunque stato educato dai Salesiani, fino a diventare contabile e trovare un posto nell’amministrazione di casa Beccaria, dove Giulia avrebbe avuto un quartierino e sarebbe vissuta senza mai sposarsi”. Evaristo Tirinnanzi, questo il nome di questo ipotetico e alternativo Alessandro Manzoni, ha tutte le sue caratteristiche, le nevrosi, la balbuzie. Un divertissement raffinato e scritto nella lingua dell’epoca per precisa scelta di Zaccuri.
Il pubblico della Locanda Manzoni ha seguito affascinato la conversazione e si è molto divertito con le letture dei brani, davvero inconsuete e divertenti ed ha potuto gustare l’apericena a cura dell’CFPA di Casargo.
Al termine della serata la Locanda Manzoni ha chiuso i battenti per quest’anno e, come ha ricordato nell’introduzione alla serata Simona Piazza, assessore alla Cultura e vicesindaco, riaprirà in questo luogo tra due anni. “Dovremo rinunciare per due anni a Villa Manzoni che sarà interessata da un profondo restauro che ci restituirà nuovi spazi e una villa capace di aprirsi al dialogo con la città e diventare sempre più punto di riferimento per Lecco e i turisti. In questi anni abbiamo visto che la cultura è un seme capace di far crescere una comunità coesa ed aperta”.
Il festival prosegue oggi con uno degli appuntamenti più attesi: l’incontro con Tullio Solenghi in serata, preceduto da un’intensa giornata di eventi. In mattinata è stata presentata ed esposta la donazione di una copia della Ventisettana con una dedica autografa di Alessandro Manzoni alla pittrice Ernesta Legnani Bisi. La donazione è opera della famiglia di Alberto Barzanò, Professore di Storia Romana all’Università Cattolica di Milano, che ha voluto con i suoi fratelli compiere questo gesto in ricordo della madre, diretta discendente della Bisi, ed è costituita da un pezzo di notevole valore collezionistico e storico, essendo tale dedica ancora inedita. La cerimonia è stata arricchita da un convegno sulla Milano artistica e letteraria del Risorgimento, grazie al contributo del Rotary club Lecco.
Al pomeriggio tradizionale Tea Time in Villa, in cui è stata rievocata l’atmosfera del salotto di via Morone all’epoca della seconda moglie di Manzoni, Teresa Borri, protagonista del fortunato romanzo Le due mogli di Manzoni di Marina Marazza. Nel suggestivo ambiente della “casa museo”, i partecipanti sono stati intrattenuti dalle note eseguite dal pianista torinese Giorgio Costa e dalla flautista Elena Cornacchia. Al termine la gustosa pasticceria storica realizzata dagli allievi della Fondazione ENAIP di Lecco.
Domenica sera il Festival si concluderà al Teatro Cenacolo Francescano (ore 21) con un artista tanto popolare quanto grande, che bene incarna la fortuna televisiva del Manzoni POP: l’attore Tullio Solenghi. L’attore genovese, esibendosi in alcune pieces teatrali, rievocherà la realizzazione da parte del trio Marchesini – Lopez – Solenghi de I promessi sposi per la strepitosa versione parodistica, messa in onda il sabato sera da Rai Uno nel 1990. L’attore racconterà le difficoltà incontrate nel produrre gli episodi per l’iniziale diffidenza della Rai, lo stupore positivo nella rilettura “da grandi” del romanzo, le difficoltà e sfide tecniche nel centro di produzione di Torino, dimostrando come anche la lettura parodistica di un capolavoro letterario, per essere efficace, deve basarsi sullo studio del testo originale e su un serio lavoro drammaturgico.
Si ricorda che gli eventi sono gratuiti, tranne quando diversamente specificato, le prenotazioni obbligatorie a prenotazioni@manzonilecco150anni.it