Nada ha parlato del suo rapporto con la scrittura
Un rapporto nato e cresciuto negli anni Novanta, inizialmente per i testi delle sue canzoni
LECCO – “Oggi sembra che sia sempre più difficile stupirsi, perché ci si è abituati a tutto. Invece lo stupore è meraviglioso. Mi viene in mento quando si è bambini e ogni cosa ci sorprende. Il suono della parola stupore mi ispira la bellezza”.
Così ha esordito Nada, ieri sera, all’Auditorium della Casa dell’Economia di Lecco, intervistata da Paolo Di Paolo, in occasione dell’ultima serata del Festival Treccani della lingua italiana #leparolevalgono, promosso da Treccani Cultura e dal Comune di Lecco, dedicato in questa edizione alla parola “stupore”.
Nada ha parlato del suo rapporto con la scrittura: un rapporto nato e cresciuto negli anni Novanta, inizialmente per i testi delle sue canzoni. “Quando canti devi essere onesta e sincera; quello che canti devi sentirtelo. – ha raccontato – E a un certo punto i testi che mi proponevano non mi soddisfacevano più. Così ho preso una lunga pausa, nonostante i miei discografici mi spingessero a continuare a sfruttare il successo che avevo, per iniziare a sperimentare la scrittura dei miei testi. A spingermi fu l’incontro con Piero Ciampi. E così scrissi il mio primo album, tutto con canzoni scritte da me”.
In realtà la voglia di scrivere Nada l’aveva avuta sin da piccola: ”Fin da bambina me lo dicevo che avrei voluto scrivere: ho sempre amato raccontare. Ma lo ritenevo un lavoro serio e non mi sentivo pronta. A poco a poco poi mi sono lasciata andare, ed è stato bellissimo anche se faticoso. Del resto scrivere è conoscere se stessi. E io, scrivendo, sono diventata una persona migliore. Ho scoperto tante cose su me e degli altri a cominciare dalle fragilità che ciascuno di noi ha”.
Insieme a Paolo Di Paolo, Nada ha parlato a lungo del suo ultimo libro, Come la neve di un giorno; un libro intenso, una visione, una storia non storia, che attraverso un racconto parla di quello che ci aspetterà ma non si sa. Ma ha anche parlato del suo amore per la natura: “Sono cresciuta nella natura con un babbo che si alzava presto e io lo seguivo. Amavo i colori e i profumi, che segnano e identificano le stagioni. Il cambio delle stagioni è una certezza. Io sto bene quando sto in mezzo alla natura, perché ti senti parte di una cosa grande e prendi consapevolezza del tuo essere piccolo. Non sono cattolica ma quando vedo un tramonto da casa mia è come una preghiera”.
La serata ha visto Nada, applauditissima, esibirsi in alcuni dei suoi successi come Amore disperato, vincitore del Festivalbar 1983, e in numerosi brani da lei composti, tra cui Luna in piena.
Il Festival chiude oggi, domenica 24, alle ore 11.30 a Palazzo delle Paure, con l’ultimo incontro aperto al pubblico in cui la giornalista Susanna Turco sarà la moderatrice del dialogo fra Michele Cortelazzo, professore emerito di Linguistica italiana all’Università di Padova, e Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana: “Il linguaggio della politica: creare consenso, produrre scandali”.