Il video racconta la creazione e la nascita dell’opera “Mariposa de la vida”
L’opera è stata utilizzata come coreografia in occasione del doppio concerto di Andrea Bocelli al Teatro del Silenzio al Lajatico
LECCO – Un video tutto lecchese quello dedicato all’artista Pablo Atchugarry, uruguaiano di nascita e lecchese d’adozione, nella realizzazione dell’opera “Mariposa de la vida” (farfalla della vita), utilizzata come coreografia nel concerto del Tenore Andrea Bocelli che si è tenuto il 27 luglio e in replica il 29, al Teatro del Silenzio al Lajatico di Pisa.
Autori del video sono stati Giuseppe Ceravolo (dop), Marco Mazzoni e Pietro Malvestio (riprese), Davide Penati (drone e montaggio) e Nicola Rota alla regia.
Proprio quest’ultimo racconta com’è nato il video e nel contempo il rapporto speciale con l’artista Pablo Atchugarry.
“Adoro lavorare con Pablo Atchugarry è una persona incredibile – ha dichiarato Rota – Non posso dire certo di conoscerlo, ma imparo tanto ogni volta che lavoro con lui. L’ho conosciuto l’anno scorso durante la mostra a Palazzo Reale a Milano e da allora, quando ha dei grandi progetti, mi contatta, come in occasione della mostra a Lecco per la quale a breve pubblicheremo un nuovo video, fino all’ultimo lavoro svolto: ‘Mariposa de la vida’ “.
Il video ripercorre la creazione dell’opera dell’artista, dalla progettazione, alla costruzione nella carpenteria bergamasca fino alla posa nel Teatro del Silenzio, dove ha dominato in modo spettacolare quanto prezioso la scenografia durante i due eventi.
“Per la realizzazione del video siamo stati anche a Venezia, nella Galleria d’arte Contini – prosegue Rota – Non c’è stato possibile invece incontrare di persona Andrea Bocelli, che ha mandato le video-risposte alle domande tramite il suo staff”.
Un lavoro di riprese e di montaggio quello svolto dai lecchesi, che ha richiesto diversi mesi di lavoro: “Il video è stato girato con l’obiettivo preciso di uscire il giorno dopo il concerto del 27 luglio tenuto da Bocelli. Tempistica fondamentale per far vedere e far conoscere l’opera al più alto numero di persone possibile. Infatti eravamo pronti con il video in attesa solo di ricevere le immagini del concerto che lo hanno completato. Un’opera quella del Maestro Atchugarry creata come scenografia del concerto e un video che ne testimonia e racconta l’immenso lavoro che sottende alla creazione di un’opera simile”.
La scultura, in acciaio, è alta 12 metri e pesa più di 10 tonnellate. Per trasportarla sono serviti 8 camion e 2 gru per posarla.
Per Nicola Rota e il suo team è stato un lavoro speciale, vissuto intensamente anche sotto il profilo emozionale ed umano: “Può sembrare stupido – ci confessa – ma la cosa che più mi ha emozionato è aver visto il video pubblicato sul canale youtube del ‘Maca’ il museo di arte contemporanea uruguaiano intitolato a Pablo Atchugarry. Questo mi ha fatto emozionare molto con ben 3500 visualizzazioni in 4 giorni. Durante la realizzazione del video eravamo talmente concentrati che non ci siamo resi conto di quanto fosse straordinario il materiale con cui stavamo lavorando”.