Industria: in calo ordini, produzione, fatturato. Ok l’export

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LECCO – Non migliora la situazione per le aziende lecchesi: il 2012 si chiude con un calo medio con i tre principali indicatori economici (domanda, attività produttiva e fatturato) stimato intorno al 5,3% rispetto a giugno, dove lo stesso valore risultava invece positivo (+2,3%) nei confronti di dicembre 2011.

A rivelarlo è il Centro Studi di Confindustria Lecco e Como che ha concluso in questi giorni le rilevazioni dell’Osservatorio Congiunturale sul secondo semestre 2012.

Sia a livello congiunturale per i due territori, così come per la singola area lecchese, l’indicatore relativo agli ordini delle imprese risulta quello maggiormente penalizzato, con un decremento pari al 6% rispetto a giugno 2012, quando lo stesso valore risultava positivo e pari al 3,5%.

Secondo Confindustria la contrazione nell’ultimo semestre 2012 può essere in parte giustificata dalla stagionalità dei prodotti realizzati, soprattutto nelle imprese con più di 50 dipendenti. Ci si attende tuttavia un’inversione di marcia durante i primi sei mesi del 2013 che dovrebbe tradursi in un incremento degli ordini pari al 2,9%.

Le performance peggiori per le imprese di Lecco e di Como, però, si registrano a livello di attività produttiva. Le aziende del campione segnalano infatti una diminuzione, nel confronto tendenziale, pari al 2,2% nel corso del 2012 e del 5,7% a livello congiunturale rispetto a giugno 2012, a fronte di un valore positivo e pari all’1,8% che aveva caratterizzato i primi sei mesi dell’anno; per le imprese lecchesi risulta meno marcato il divario tendenziale rispetto al secondo semestre 2011, che si attesta al -1,2%.

Un ulteriore rallentamento contribuito a peggiorare una situazione già sottotono – ha spiegato il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi – Mi preme sottolineare, tuttavia, che già dallo scorso mese di dicembre si iniziano ad intravedere i primi, timidi segnali di miglioramento. Anche il nostro Centro Studi nazionale ha evidenziato un incremento della produzione industriale dello 0,4% a dicembre e dello 0,2% a gennaio. Non sono numeri a doppia cifra o che stravolgono la realtà delle nostre aziende, ma rappresentano comunque un segnale di speranza per i prossimi mesi”.

Per quanto riguarda il fatturato, le imprese di Lecco e di Como dichiarano infatti di aver assistito ad un incremento dello 0,7% nel confronto con dicembre 2011, anche se la percentuale non trova conferma nel dato congiunturale, dove spicca una diminuzione del 4,3% rispetto a giugno 2012

A calare nell’ultimo trimestre sono soprattutto le vendite nel mercato interno, con l’export che invece sembra tenere in piedi le aziende lecchesi e comasche, con una media del 35% del fatturato realizzato oltre i confini nazionali, in particolare verso l’Europa occidentale, che sale al 51% per le aziende con meno di 50 dipendenti.

“Operare sui mercati esteri è un fattore determinante per consentire alle nostre imprese di agganciare la ripresa più efficacemente” ha commentato il presidente Maggi.

Non migliorano invece i rapporti con le banche: le imprese di Lecco e di Como continuano a rilevare criticità, sia per aumenti legati a spese e commissioni bancarie, tassi e richieste di garanzia, così come per il peggioramento delle le disponibilità delle banche ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove.

Difficoltà anche sullo scenario occupazionale, con oltre un quarto delle aziende campione (il 27,3%) ha indicato una contrazione a fronte di una percentuale più contenuta (12,5%) di soggetti che hanno comunicato tendenze in aumento; due terzi non hanno riscontrato particolari variazioni.

Sulle indicazioni riguardanti il mantenimento dei livelli influisce però il ricorso agli ammortizzatori sociali – ha spiegato il direttore di Confindustria Lecco, Giulio Sirtori – che nel corso del secondo semestre si è rivelato in crescita, sia in relazione alle forme ordinarie che a quelle più gravi (cigs, cassa in deroga e contratti di solidarietà). Inoltre, considerando il numero di dipendenti rapportati a 0 ore, tra gennaio e dicembre 2012, l’utilizzo di cassa integrazione ordinaria è raddoppiato mentre il ricorso a CIGS, cassa in deroga e ai contratti di solidarietà è aumentato del 60%”.