Green pass, Confcommercio: “Meglio che chiudere, ma restano dubbi”

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La reazione all’indomani dell’annuncio delle nuove misure sul green pass

Fipe Confcommercio Lecco: “Ok se è l’unica alternativa, ma non gravino costi sugli operatori”

LECCO – Ristoranti al chiuso ma anche piscine, palestre e centri benessere e culturali, sale da gioco, spettacoli, centri culturali ed eventi pubblici: sono molti gli ambiti per i quali dal 6 agosto prossimo sarà necessario disporre del Green Pass per potervi accedere, ovvero essere vaccinati almeno con una prima dose di vaccino oppure aver effettuato un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti.

“Se è l’unica alternativa per scongiurare ulteriori chiusure o limitazioni, che sarebbero fatali per migliaia di imprese, per forza di cose è una decisione che accettiamo, senza scendere in opinioni personali al riguardo dei vaccini” spiega Marco Caterisano presidente provinciale dei pubblici esercizi di Lecco (Fipe Confcommercio)

Un’accoglienza tiepida dunque per le nove misure: “Scongiurato l’obbligo per la consumazione veloce al banco, rimangono i dubbi sulla gestione e il controllo da parte degli operatori nei confronti dei propri clienti – dice Caterisano – sperando che questo non rappresenti un ulteriore costo a carico delle aziende che, nonostante la recente boccata d’ossigeno, sono ancora parecchio lontane da incassi normali”.

“Poco condivisibile invece – aggiunge Caterisano – il fatto che il peso del contenimento dei contagi debba ancora gravare solo sulle spalle di poche categorie del commercio e dello spettacolo soprattutto dopo l’esperienza disastrosa dell’anno scorso sui trasporti in concomitanza della riapertura scuole . Fa arrabbiare vedere ancora una volta le discoteche senza possibilità di apertura e abbandonate a se stesse nonostante il green pass”.

Dichiarazioni condivise dal direttore di Confcommercio, Alberto Riva: “Se il green pass scongiurerà nuove chiusure e coprifuoco bene, quello che non vorremmo – spiega – e che le nostre attività siano utilizzate in questo modo per fare leva sugli indecisi del vaccino, soprattutto sui giovani che finora hanno aderito in misura meno forte rispetto ad altre categorie”.