L’Osservatorio della Provincia di Lecco ha presentato il Report giunto alla sua 10^ edizione
Dopo un anno positivo e di crescita il mercato del lavoro dovrà fare i conti con le conseguenze della pandemia
LECCO – “Pur con le sue criticità, il 2019 si era configurato come un anno di ripresa e crescita. Tre mesi hanno però cambiato il mondo, la crisi che ritenevamo ‘superata’ si è ripresentata e i suoi effetti saranno pesanti. Il nostro Osservatorio seguirà come sempre le dinamiche in atto, mettendo a disposizione di tutti le informazioni disponibili al fine di supportare le politiche e le azioni promosse ai diversi livelli territoriali”. Così il consigliere Provinciale Giuseppe Scaccabarozzi ha presentato il Report sul Mercato del Lavoro in Provincia di Lecco relativo al 2019, curato dall’Osservatorio provinciale in collaborazione con la Camera di Commercio Como-Lecco e Network Occupazione Lecco. Il report ha tagliato il traguardo della 10^ edizione: “Crediamo che la nostra sia una delle pochissime province italiane ad aver redatto con costanza questo importantissimo strumento di monitoraggio del mercato del lavoro locale da dieci anni a questa parte”.
Alla conferenza stampa in Sala Ticozzi erano presenti, oltre a Scaccabarozzi, il vice presidente del Network Occupazione Lecco Rita Pavan, Lorenzo Riva in rappresentanza della Camera di Commercio Como-Lecco e Gianni Menicatti del coordinamento tecnico-scientifico, che ha illustrato i dati salienti del 2019: “Una premessa è necessaria – ha esordito – fino allo scorso anno il 2009 era l’anno di riferimento per il confronto dei dati, possiamo dire che d’ora in avanti guarderemo al 2019”.
Cresce l’occupazione nel 2019, i dati
“Sul fronte dell’occupazione – ha detto Menicatti – nel 2019 in Provincia di Lecco risultavano 150.500 persone occupate, di cui il 77% (86 mila) maschi e il 61% (64.500) femmine. Il tasso di disoccupazione, per contro, è calato mantenendosi anche nel 2019 al di sotto del livello medio regionale di 5,6% (Lecco 5,3%). In crescita la disoccupazione femminile (7,2% rispetto al 6,4% del 2018), mentre quella maschile scende sotto il 4% (3,9% rispetto al 5,1% del 2018). Un dato positivo – ha sottolineato Menicatti – è rappresentato dai livelli di disoccupazione giovanile che, per quanto contenuti, registrano una lieve dinamica discendente nel corso del 2019. I dati: il 9% dei giovani tra 15 e 24 anni cerca lavoro, l’8% non è attivo, il 56% studia e il 27% ha un lavoro”.
Oltre il 38% di posti di lavoro in Provincia è concentrato nell’industria
In Provincia di Lecco i posti di lavoro nel 2019 si assestano a 137 mila unità, 1.500 in più rispetto al 2018. “Il sistema industria concentra ancora oltre il 38% dei posti di lavoro in Provincia – ha detto Menicatti – bilancio positivo anche per il settore dei servizi del commercio e del turismo con un incremento dei posti di lavoro di 1.500 unità (da 51.500 nel 2018 a 53 mila nel 2019).
Leggera flessione per le imprese
Per quanto riguarda le imprese, nel 2019 si segnala una leggera flessione del numero delle imprese attive sul territorio della Provincia di Lecco: 23.150 il numero complessivo, -0,8% rispetto al 2018. Negli ultimi anni la riduzione delle imprese ha interessato soprattutto l’industria (settore delle costruzioni incluso) con una flessione pari al -2,1%. Faticano a decollare le forme di imprenditorialità giovanile: con una quota di imprese giovanili sul totale delle imprese di 8,7%, superiore alla media regionale di 8%, la Provincia di Lecco si colloca al 5° posto in Regione Lombardia.
Avviamenti al lavoro e cessazioni a confronto
Il primo trimestre 2019 ha visto 35.300 avviamenti al lavoro (-5,3% rispetto al 2018) mentre le cessazioni sono scese a 43.700 nel corso del 2019 (-2% rispetto al 2018). “Su questo specifico dato il 1° quadrimestre del 2020 evidenzia già una netta inversione di tendenza – ha commentato Rita Pavan – infatti le cessazioni dei rapporti di lavoro sono praticamente duplicate e rispetto agli avviamenti. E’ sicuramente un segnale importante, insieme a molti altri, della crisi senza precedenti che stiamo attraversando e che dovrà vederci lavorare in una logica di patto sociale”.
Nel 2019 più contratti a tempo indeterminato. Nelle imprese cresce la domanda di personale laureato
Il minor flusso di avviamenti si accompagna, nel 2019, ad un aumento dei contratti a tempo indeterminato, +23,7% rispetto al 21,3% del 2018. Gli inserimenti a tempo determinato si attestano al 52,6%, gli avviamenti con contratto di apprendistato 4,2%, quelli con contratto a progetto 2,3%. “Una cosa sicuramente curiosa e interessante – ha illustrato Menicatti – è l’aumento, nelle imprese, di domanda di personale laureato, pari al 14% nel complesso rispetto all’anno precedente (9% nell’industria e 18% nel commercio e servizi). Per fabbisogno di laureati Lecco si conferma al centro nella classifica fra le province lombarde con valori inferiori alla media regionale”. Per quanto riguarda i titoli di studio specifici, le imprese lecchesi prediligono i laureati in indirizzi economici (21% dei laureati in entrata) e in indirizzi di ingegneria industriale (9%). Per i diplomati (35% la quota delle figure in possesso di un diploma cercate dalle imprese) il maggiore interesse è per l’indirizzo meccanico-meccatronico (26%) e ristorazione (22%).
Cresce la cassa integrazione ordinaria
Sono aumentate del 33% le ore di cassa integrazione ordinaria nel 2019 rispetto al 2018: complessivamente lo scorso anno la richiesta è salita fino a 2 milioni di ore. Il massimo, nell’ultimo decennio, fu registrato nel 2013 con oltre 14 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria richieste. Ridotto invece il ricordo alla cassa straordinaria con 0,65 milini di ore (dal 60% nel 2018 al 32%). Irrilevante il ricordo alla Cassa in Deroga.
Gli effetti della pandemia
Alla conferenza come detto erano presenti anche il presidente di Confindustria Lecco-Sondrio Lorenzo Riva, in rappresentanza della Camera di Commercio, e Rita Pavan del Network Occupazione Lecco. “Oggi il nostro mondo è fermo, la crisi causata dal Covid19 ci ha messo di fronte ad una nuova e durissima sfida, che si gioca a livello mondiale – ha commentato Riva – in questi primi mesi del 2020 la cassa integrazione è cresciuta del 189%, parliamo di 2.700 imprese coinvolte e oltre 8 mila dipendenti. Possiamo solo augurarci di sapere uscire da questo incubo e ripartire al più presto. L’Osservatorio, certamente, è uno strumento fondamentale per monitorare l’andamento del mercato del lavoro e orientare le nostre scelte”.
“Per potere fare delle valutazioni più approfondite dovremo aspettare i dati del 1° semestre 2020 – ha aggiunto Rita Pavan – come Network Occupazione chiediamo di ragionare in una logica di patto sociale, fissando dei concetti chiave: la liquidità e le risorse per le imprese, lo sblocco dei grandi investimenti di opere già definite, evitare di ripetere gli stessi errori del passato e il ruolo non secondario della formazione continua professionale e dell’istruzione. Riusciremo a ripartire, ma dobbiamo essere pronti” ha concluso.