Metalmeccanici in sciopero, presidio dei sindacati davanti alla Prefettura

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sciopero sindacati metalmeccanici

In 300 hanno aderito all’iniziativa promossa a livello nazionale da Fim, Fiom e Uilm

Al presidio in Corso Promessi Sposi anche il Senatore Tino Magni (Avs): “Il governo non ha strategia industriale”

LECCO – Quattro ore di sciopero nazionale “per il rilancio industriale, l’occupazione, gli investimenti, per la transazione sostenibile e per risolvere le cristi aperte”. Questo il motto del presidio portato dai sindacati metalmeccanici lecchesi (Fim, Fiom e Uilm) davanti alla Prefettura di Lecco oggi pomeriggio, venerdì, per ribadire al governo la centralità del lavoro metalmeccanico. L’iniziativa si è svolta a livello nazionale con presidi e manifestazione dei sindacati.

sciopero sindacati metalmeccaniciAll’appuntamento lecchese hanno risposto in circa 300 persone: presenti anche i tre segretari Enrico Vacca (Fim-Cisl), Maurizio Oreggia (Fiom-Cgil) e Gabriella Trogu (Uilm) e, a sorpresa, il Senatore Tino Magni (Alleanza Verdi e Sinistra) venuto a dare sostegno ai sindacati riuniti i presidio.

I motivi della protesta

“La metalmeccanica e i metalmeccanici stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata – spiegano i sindacalisti – sono anni che il nostro Paese vede ridursi la sua base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e processi di transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica, sono mancati da parte della politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria.  Per il nostro settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del governo attuale e senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza”.

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Fim, Fiom e Cisl si mobilitano per rivendicare il ruolo del pubblico a partire dalle responsabilità del governo: “Servono scelte politiche e industriali per far sì che i cambiamenti diventino altrettante occasioni”.

Le richieste dei sindacati

Tra le richieste avanzate al governo, i sindacati elencano: “Innanzitutto l’apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definirne i piani di sviluppo; valorizzare il reddito da lavoro; l’impegno comune al confronto e all’uso delle risorse del PNRR per lo sviluppo del settore metalmeccanico; la riforma degli ammortizzatori sociali; l’incentivazione di contratti di espansione e solidarietà, anche per favorire l’occupazione giovanile; un piano di formazione sulle nuove competenze e di intervenire per stabilizzare il lavoro precario”.

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“Il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica – concludono – è da sempre centrale per l’economia del nostro paese e deve diventare l’elemento propulsore del suo futuro e di un nuovo sviluppo”.

Il Senatore Magni: “Il Governo non ha strategie industriali, siamo al fianco dei metalmeccanici”

“Siamo al fianco della Fiom, della Fim e della Uilm e di tutti i lavoratori metalmeccanici che, oggi nelle Regioni del Centro Nord, e lunedì, nelle Regioni del Centro Sud, scioperano per 4 ore, per chiedere politiche industriali a difesa del settore e per il suo rilancio. Al governo Meloni manca una strategia industriale complessiva che dia un futuro di sviluppo al Paese” afferma il Senatore Magni. “PNRR e transizione ecologica e digitale possono essere le chiavi di volta per dare al settore un futuro. Oggi ci sono aperti tavoli di crisi in settori come automotive, elettrodomestico e acciaio che sono strategici per un paese come il nostro. Con migliaia di lavoratori in attesa di conoscere il loro destino – prosegue Magni – la centralità del lavoro deve tornare ad essere la bussola delle azioni dei governi. Occorre sostenere il reddito da lavoro, specialmente in un periodo di forti rincari, ed evitare la desertificazione industriale che sta già colpendo alcune aree del paese. Per fare questo servono piani industriali, risorse, investimenti e un’idea di sviluppo complessivo del paese. Tutte cose che il governo Meloni non fa e non ha. Come Alleanza Verdi Sinistra porteremo in Parlamento le ragioni dello sciopero e le proposte dei metalmeccanici per un rilancio del settore industriale” conclude Magni.

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