LECCO – “Sicuramente un importante passo per migliorare la competitività aziendale, ma bisogna fare di più e in tempi brevi per sostenere le piccole e medie imprese”. Così il Presidente del Consorzio Adda Energia dell’Api di Lecco, Luca Frigerio, commenta la firma del decreto ministeriale di agevolazione per le Pmi energivore siglato il 5 aprile scorso dal Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e dal Ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.
Il provvedimento delinea anche un nuovo concetto di azienda “energivora” che con il provvedimento sarà identificata in base all’incidenza del costo dell’energia sul proprio volume complessivo d’affari.
Le facilitazioni introdotte dal decreto riguarderanno sia le accise che gli oneri di sistema relativi all’energia elettrica acquistata. Condizione necessaria per usufruire di queste agevolazioni è però un consumo minimo pari a 2,4 GWh l’anno. I benefici sulle accise riguarderanno inoltre solo le Pmi a forte consumo di energia che dichiarino un costo totale energetico superiore al 3% del fatturato. Verranno invece applicati oneri di sistema ridotti solo alle aziende energivore con un rapporto tra costo della sola energia elettrica e fatturato superiore al 2%. Le riduzioni saranno applicate proporzionalmente al maggiore livello di consumo e al maggiore rapporto fra costi dell’energia elettrica e fatturato.
Un passo senza dubbio importante dunque, ma, viste le eccessive condizioni necessarie per godere dei benefici, l’Api di Lecco esprime qualche riserva sul coinvolgimento delle piccole e medie imprese, come dichiara Luca Frigerio, Consigliere della Metallurgica Frigerio Spa di Villa d’Adda: “Nella difficile congiuntura economica che le aziende stanno attraversando, il costo dell’energia è un fattore di competitività determinante per le Pmi. La firma del Decreto dà sicuramente un segnale positivo al settore manifatturiero. Ma a questo devono seguire iniziative che guardino con più attenzione alle Pmi per far sì che le agevolazioni siano anche alla loro portata”.
Da una stima sommaria condotta dall’Associazione di Via Pergola emergerebbe infatti che oltre il 90% delle Pmi iscritte non disporrebbero dei requisiti necessari per accedere al beneficio. Inoltre si vorrebbe esorcizzare l’eventualità che, al fine di mantenere inalterata l’entità del gettito complessivo, questi risparmi, ben concentrati, si tramutino in maggiori costi per le utenze minori più diffuse.