Tassa sulle insegne in SP, Confcommercio: “Un nuovo balzello”

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il direttore Alberto Riva

LECCO – “Un nuovo balzello, una tassa che va a penalizzare le imprese del territorio in un momento economico particolarmente complesso” così la Confcommercio di Lecco riguardo agli avvisi di pagamento relativi alle insegne poste lungo le strade provinciale del territorio che in questi giorni stanno giungendo a molte aziende lecchesi.

Una legge che esisteva già da tempo ma che nella provincia lecchese non era mai stata applicata fino all’aprile 2011 quando è stato introdotto un Canone non ricognitorio relativo a cartelli pubblicitari, insegne e tubature. Ed ora, a distanza di due anni, stanno arrivano gli accertamenti tramite la società Areariscossioni di Mondovì.

Questa normativa introdotta dall’Amministrazione Provinciale nel aprile 2011 ha un unico obiettivo: fare cassa – ha denunciato il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva – Siamo tutti consapevoli che la legge esisteva ma introdurre a livello provinciale la norma nel 2011 in un periodo di piena crisi vuol dire colpire le imprese e penalizzare i settori produttivi del nostro territorio.

Un balzello insopportabile secondo l’associazione dei commercianti che in questi giorni sta ricevendo le chiamate dai propri associati per chiedere informazioni a riguardo anche perché, ha sottolineato Riva, “oltre alla quota relativa al 2013 vengono richiesti gli arretrati per il 2012 e il 2011!”.

“Noi chiediamo una moratoria immediata e l’abolizione tempestiva di questa nuova tassa – ha rincarato il direttore – Quando torneranno tempi migliori se proprio si vorrà la si potrà reintrodurre meglio se dopo avere concordato i criteri con le associazioni di rappresentanza. In questo senso sarebbe auspicabile fare una comparazione approfondita con altri territori per valutare con più attenzione i coefficienti di calcolo ed evitare salassate. Sono arrivate anche richieste di 1000 euro all’anno! Non si scherza sulla pelle degli imprenditori, l’Amministrazione Provinciale non può sistemare il bilancio spremendo i commercianti e le aziende”.