Lettera. Mamma al pronto soccorso: “Mi è stato negato l’accesso perché ero coi miei bimbi”

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La mamma di Introbio non poteva lasciare a nessuno i suoi bambini

“Capisco il regolamento e le restrizioni in corso all’interno dell’ospedale, ma nessuno mi ha prestato assistenza”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Rebecca Albarani, una mamma sola di Introbio, che ha voluto raccontare quanto le è accaduto al Pronto Soccorso di Lecco ieri pomeriggio. A causa di regole stringenti, essendosi presentata con i suoi figli che non ha potuto lasciare a nessuno, le è stato impedito di accedere. Rebecca vive una situazione famigliare particolare che ha avuto occasione di raccontarci in una precedente intervista (QUI L’ARTICOLO), il suo sfogo può sicuramente essere costruttivo e aiutare a rendere più flessibile un servizio, specialmente in casi particolari.

“Sotto consiglio della mia dottoressa mi sono recata in pronto soccorso a Lecco nel pomeriggio, perché ho un polso nero da tre giorni.
Un viaggio di 4 ore, con i miei bambini, perché non avevo nessuno a cui lasciarli.
All’ingresso c’era il personale di sicurezza che mi ha vietato l’entrata perché ero con loro.
Mi hanno detto che se avessero avuto bisogno i bambini sarei potuta passare, ma dato che il problema era il mio no.
Senza valutare la mia situazione, senza sapere la gravità, senza essere visitata da personale medico mi hanno mandato via.
L’uomo addetto alla sicurezza è anche dentro chiedendo al primario che, senza uscire, gli ha confermato il divieto.
Mi hanno anche detto che a volte c’è un assistente sociale che si occupa di questo, ma le emergenze non hanno orari!
Una persona come me si deve sentire male in determinati orari?
Capisco il regolamento e le restrizioni in corso all’interno dell’ospedale, ma nessuno mi ha prestato assistenza e se mi fossi sentita male all’uscita? Se la mia situazione fosse stata grave? Una mamma sola con dei bambini non può accedere al pronto soccorso?
Scusate lo sfogo ma sono amareggiata e triste allo stesso tempo.
E vorrei che questo disservizio non rimanesse nell’ombra perché anche le famiglie come la mia possono avere bisogno d’aiuto”.