L’ordinanza del Ministro Speranza in vigore da domani. Riaprono i negozi
Regione: “Nessuna rettifica dei dati, aggiornamento richiesto a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’ISS per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt”
LECCO – Da domani, domenica 24 gennaio, la Lombardia torna in zona arancione (rischio moderato). Lo ha stabilito il Ministro della Salute Roberto Speranza dopo che l’Istituto Superiore della Sanità ha accolto la rettifica dei dati inviata dalla Regione. E ora è stata anche pubblicata l’ordinanza, che sarà in vigore da domani (per leggere l’ordinanza clicca qui).
La riunione della Cabina di Regia
La riclassificazione in zona arancione è stata approvata nella giornata di ieri, venerdì 22 gennaio, al termine della riunione della Cabina di Regia dedicata al monitoraggio del rischio sanitario.
Scrivono gli scienziati: “La Cabina di Regia riceve dal Ministero della Salute la richiesta della Regione Lombardia di rivalutare la classificazione del rischio relativo alla settimana 4-10 gennaio 2021, in seguito ad un nuovo invio di dati il giorno 20 gennaio 2021 con revisione anche retrospettiva da metà dicembre 2020 dei campi dati relativi alla “data inizio sintomi” ed allo “stato clinico” che determinano una riduzione del numero di casi notificati dalla Regione stessa come sintomatici. Questa rettifica – precisano – non determina, ad una rivalutazione, un cambiamento nella classificazione del rischio che si conferma alto nella Regione Lombardia in quella settimana. Al contempo, la modifica impatta sul calcolo del valore Rt basato sulla data inizio sintomi al giorno 30 dicembre 2020 che, al ricalcolo, risulta pari a 0.88 (CI: 0.84-0.92)”.
“Constatato che questo nuovo invio dei dati costituisce una rettifica degli stessi da parte della Regione Lombardia – concludono gli scienziati – la Cabina di Regia valuta favorevolmente la possibilità di una riclassificazione della stessa in base ai dati forniti il 20 gennaio 2021”.
Così, con almeno una settimana di anticipo rispetto a quanto previsto dalla normativa, la Lombardia passa in zona arancione e le misure restrittive subiranno un allentamento.
La precisazione di Regione Lombardia
La Regione ha voluto precisare con una nota: “Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un ‘campo del tracciato’ che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità. Azione, condivisa con l’Istituto Superiore di Sanità – prosegue la nota – resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’ISS per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma”.
Le nuove regole in zona arancione
Da domani, domenica, sarà consentito muoversi liberamente (senza autocertificazione) all’interno del proprio comune di residenza tra le 5 e le 22 e riapriranno i negozi. Restano chiusi bar e ristoranti (consentito l’asporto fino alle 18 nei bar e fino alle 22 nei ristoranti, sempre consentita la consegna a domicilio). Da lunedì 25 gennaio torneranno a fare lezione in presenza gli studenti di seconda e terza media e delle scuole superiori (LEGGI QUI).
Visite ad amici e parenti
Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, è consentito una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.
Resta la deroga per gli abitanti dei Comuni fino a 5 mila abitanti
A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi, tra le 5.00 e le 22.00, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.