Lecco accoglie l’appello di Europe For Peace: tanti in piazza per dire no alla guerra

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Presidio_Pace_Lecco_piazza_Cermenati_20221028

“La Pace si raggiunge con il dialogo e si costruisce anche a partire dalle proprie comunità”

Otto minuti di silenzio, uno per ogni mese di conflitto in Ucraina, e i dati spaventosi sulle guerre nel mondo

LECCO – “Purtroppo oggi ci ritroviamo ancora qui. E ci ritroviamo ancora qui per accogliere l’appello di Europe for Peace che ha indetto un momento di pensiero sulla pace. Lo slogan è ‘Tacciano le armi e si faccia subito un negoziato’. Bisogna fermare l’escalation militare: le armi non portano la pace, ma solo nuove sofferenze per la popolazione. Non c’è nessuna guerra da vincere, noi invece vogliamo la pace facendo tacere le armi. A otto mesi dall’inizio della guerra facciamo nostro l’appello di Europe for Peace”.

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Con queste parole è cominciato, nel pomeriggio di venerdì, il presidio in piazza Cermenati a Lecco per dire “no” alla guerra. In tanti hanno partecipato al momento di riflessione: c’erano alcuni sindaci del territorio, assessori e consiglieri, ma anche sindacati, associazioni e realtà del territorio oltre a semplici cittadine e cittadini che hanno voluto ribadire, ancora una volta, la loro contrarietà alla guerra in Ucraina L’iniziativa era  promossa dal Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli Tavola della Pace.

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“La vostra presenza testimonia un esserci, un esserci al di là delle appartenenze, delle storie e dell’età, perché di fronte al dramma e alla tragedia della guerra non ci possono essere vie di mezzo – ha detto Mauro Gattinoni a nome di tutti i sindaci presenti -. Abbiamo già fatto una Marcia della Pace la scorsa primavera in cui abbiamo già condannato le tragedie che stanno avvenendo in Ucraina. Papa Francesco ha detto che non ci può essere pace senza giustizia, però sappiamo che di fronte ad atrocità di questo tipo la giusta misura per fare giustizia è comunque sproporzionata. Perciò Papa Francesco aggiunge anche che non c’è giustizia senza perdono. E quindi, a un certo punto, bisogna smetterla di cercare dove è il maggior torto o la maggior ragione perché questi conti non torneranno mai”.

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Durante il presidio sono stati osservati 8 minuti di silenzio (uno per ogni mese passato dall’inizio del conflitto), annunciati proprio dal suono di una di quelle sirene che quotidianamente in Ucraina annunciano un attaccato. Per ogni minuto sono stati snocciolati i terribili dati sulle guerre di tutto il mondo e sulle montagne di quattrini che vengono utilizzati per le spese militari: “La guerra non è solo in Ucraina: nel 2021 erano 22 i conflitti ad alta intensità in tutto il mondo, se invece si tiene conto anche delle crisi croniche e delle escalation violente si arrivava a 359 conflitti nel 2020. In Italia, nei mesi scorsi, è stato approvato alla Camera con 391 voti favorevoli su 421 presenti un ordine del giorno che vede il Governo impegnato sul fronte dell’aumento delle spese per la difesa fino al 2% del Pil entro il 2024. Secondo i dati dell’osservatorio Milex vorrà dire passare da 68milioni a 104milioni di euro al giorno e da 25 a 38 miliardi ogni anno“.

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Durante il presidio è stato ricordato quanto fatto dalla città e dai cittadini lecchesi, in tutti questi mesi, per sostenere i profughi Ucraini: “L’accoglienza è una sfida quotidiana che deve essere condivisa. Siamo tutti chiamati a doverci confrontare con questo fenomeno perché siamo tutti cittadini del territorio. L’accoglienza diffusa è il vero pilastro capace di reggere il sistema, è la strada giusta da percorrere per provare a offrire percorsi di inserimento dignitosi”.

Il presidio si è concluso con la lettura delle parole di Vittorio Arrigoni, attivista, giornalista e scrittore italiano ucciso a Gaza, mentre tutti i partecipanti hanno formato un cerchio cantando insieme il brano degli Anni ’60 di protesta contro la guerra di Gianni Morandi “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”.

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