Al Bar Vitali di Acquate una mostra per ricordare l’alpinista Pino Negri

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Ettore e Romeo Vassena (ai lati) con Alessandra Negri, il marito Venanzio e il figlio Beppe

Un luogo simbolo per gli alpinisti lecchesi, il bar di piazza della Vittoria era definito “il pensatoio”

Alessandra, figlia di Pino: “Più che una mostra è un modo per ricordarlo in un posto che frequentava e che frequentavano i suoi amici”

LECCO – Erano gli anni a cavallo tra il dopoguerra e il boom economico, nell’ambiente alpinistico lecchese c’era grande fermento, nel 1946 erano nati i Ragni di Lecco. Alla corda di alpinisti più esperti, si legavano giovani di grandissimo talento. Il mondo guardava con ottimismo a una nuova epoca, e così facevano anche Lecco e l’alpinismo lecchese… sarebbero cominciati gli anni delle grandi spedizioni con i maglioni rossi impegnati a scrivere la storia sulle montagne di tutto il mondo.

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In un fazzoletto di terra aggrappato a Resegone e Grigne crescevano gli alpinisti più forti in assoluto e tra loro c’era anche Pino Negri, una classe cristallina che, non a caso, gli permise nel 1974 di conquistare la vetta inviolata del mitico Cerro Torre (con Casimiro Ferrari, Mariolino “Zenin” Conti e Daniele Chiappa) e di essere il primo “maglione rosso” a raggiungere la cima di un Ottomila nel settembre 1988 sullo Shisha Pangma.

Erano anni di grande impegno, il Cai Belledo (sottosezione del Cai Lecco) era una vera e propria fucina inesauribile di idee oltre che di scalate e la sua eco è ancor viva oggi nelle storie e nei racconti di quegli alpinisti che, forse un po’ inconsapevolmente, stavano facendo qualcosa di unico. Un pezzo di storia della nostra città che oggi è un patrimonio da preservare e tramandare.

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Proprio con questo intento la figlia di Pino Negri, Alessandra, ha pensato di allestire una piccola (ma particolare) mostra, intitolata “Poche Storie”, per raccontare suo padre, classe 1945, morto ancora giovane, il 23 novembre 2001, folgorato da un infarto. Fino a domenica 18 giugno (data del tradizionale raduno ai Piani d’Erna dedicato all’alpinista lecchese) i tavolini del Bar Vitali, in piazza della Vittoria ad Acquate, saranno trasformati in teche dove è possibile conoscere la storia di Pino Negri attraverso ritagli di vecchi giornali, fotografie, diari, lettere

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Un’idea ancor più bella se si pensa all’intreccio di storie che, come spesso accade, emerge quando si scava nella memoria. Probabilmente, oltre agli “addetti ai lavori”, in pochi sanno che il Bar Vitali era conosciuto nell’ambiente alpinistico come “il pensatoio”, era proprio in quella piazzetta dove il tempo sembra essersi fermato che, di ritorno da una scalata o dopo una dura giornata di lavoro, tra un bicchiere e l’altro, nascevano progetti e i sogni prendevano forma.

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A dimostrazione che nulla succede per caso e anche i luoghi contano, quello che nacque come Bar Fiore Alpino gestito da Ugo Tizzoni (altro grande alpinista della prima generazione dei Ragni), poi diventato Bar Vitali con Antonio Vitali, a cui è succeduto il figlio Alberto “Bertino” e oggi è gestito dai fratelli Ettore e Romeo Vassena, ha avuto un ruolo di fondamentale importanza.

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Un filo sottile che in tanti anni non si è mai spezzato, perciò Alessandra Negri ha voluto allestire la mostra in questo luogo che, ancor oggi, è un importante ritrovo: “Ho scelto di creare questi tavoli perché mi piaceva l’idea che la gente potesse far colazione e mangiare col Pino. Tra i documenti storici che ritengo più belli ci sono le lettere scritte dallo zio (Padre Corti, ndr) perché sono personali e affettuose. Più che una mostra è un modo per ricordarlo in un luogo che frequentava e che frequentavano i suoi amici“.

locandina pino negr