Emanuele Confortin a Monti Sorgenti per una nuova bellissima serata
“L’unica soluzione è tornare alla terra. Dico alle mie figlie di tenere duro perché è la terra che ci tiene in piedi”
LECCO – “L’unica soluzione è tornare alla terra e allora dico alle mie figlie di tenere duro perché è la terra che ci tiene in piedi”. I membri della famiglia Baldessari di Bellamonte, detti “Diga”, sono pastori transumanti da quattro generazioni, in autunno lasciano la Val di Fiemme per cercare l’erba in pianura, ritornando solo a primavera. Ma per loro, al tempo del Covid, dell’iper-urbanizzazione e del ritorno dei grandi predatori (lupi e orsi), le regole del gioco sono cambiate.
Un documentario a tratti commovente quello realizzato dal giornalista e documentarista veneto Emanuele Confortin che, venerdì sera al Teatro Invito, ha presentato “Diga – Cronache transumanti” nell’ambito della rassegna Monti Sorgenti. Una testimonianza unica che riesce a dipingere uno spaccato di un mestiere tanto antico quando minacciato dall’attuale società che fatica a cogliere la funzione essenziale per la gestione della montagna e non solo.
L’autore, attraverso la semplicità delle parole dei protagonisti, con una forza disarmante è riuscito a cogliere il nocciolo di questioni che oggi sono sulla bocca di tutti, a partire dal valore della natura e di coloro che, con ostinazione, portano avanti un mestiere fatto di fatica, sacrifici e relazioni. “I mestieri degli altri sembrano sempre migliori solo perché non li devi fare tu”.
“Mi occupo di minoranze ai margini della società moderna – ha detto Confortin che ha studiato Lingue e civiltà orientali a Venezia e parla le lingue Indi e Urdu -. Ho sempre lavorato in Asia fino a quando è arrivata questa imprevedibile pandemia che mi ha riportato alla mia terra di origine. Lecco è una città che è sempre stata nel mio immaginario perché, quando ho cominciato ad arrampicare, sentivo parlare di Ragni, di Grignetta, di Cassin, perciò per me è un piacere essere qui”.
“Noi spesso releghiamo i pastori a una figura di persone chiuse e poco colte, in realtà il lavoro della pastorizia richiede acume, una profonda lungimiranza e una grandissima capacità di tessere relazioni – ha continuato Confortin -. Loro si sono descritti come dei ‘cacciatori di erba’ perché in inverno, quando scendono in pianura, hanno bisogno di trovare pascoli freschi ogni giorno. Pensate che in Pianura Padana ogni inverno ci sono 70 greggi di transumanti da 1000/2000 pecore”.
Diga, il nome della famiglia deriva dal fatto che un avo lavorò alla costruzione della diga del lago di Paneveggio, è un documentario che trova la forza nella semplicità del suo linguaggio, dove le immagini accompagnano lo spettatore in un viaggio fatto di valori veri che, solo in apparenza, possono sembrare d’altri tempi…
La rassegna Monti Sorgenti, meteo permettendo, prosegue e dà appuntamento a tutti a una domenica 15 maggio in montagna con un doppio appuntamento tra sport e musica.