LECCO – “Piani Resinelli,da luogo di relax per Lecchesi a luogo di attesa coatta per profughi.
Ieri pomeriggio (sabato, ndr) approfittando di un po’ di fresco ho voluto raggiungere la famiglia in villeggiatura ai Piani Resinelli. Luogo delle vacanze estive sin da piccolo,posto ricco di ricordi che hanno segnato la mia infanzia.
Dopo una rilassante camminata,ho voluto andare a fare visita ai nuovi “concittadini” e verificare di persona le loro condizioni. Cosa ho visto?
Pensavo di poter parlare con almeno un responsabile della cooperativa che li ha presi in affidamento ma mio malgrado non ho trovato nessuno. In compenso ho incontrato delle persone lasciate in completo abbandono in un paesino di montagna, incapaci di comunicare perche solo in pochi riescono a scambiare due parole in inglese. Molti di loro hanno passato gran parte della giornata a giocare con un pallone e altri a passeggiare sul famoso “giro dell’anello”. Io mi chiedo ma queste povere persone a fine agosto cosa faranno, come passeranno le giornate.
Alcuni villeggianti mi hanno riferito che il loro menù è composto da un po’ di acqua,pane e uova. Ma umanamente come si fa a trattare così delle persone. La famosa umanità che la sinistra predica, dov’è? Mi sono scontrato, con questa realtà, che la televisione mistifica e mi sono chiesto se questa è l’accoglienza che predica l’esercito del bene? Portare uomini di altre terre e culture, illusi da un benessere che non c’è e obbligarli a vivere in una frazione di montagna dove uomini e figli di quella terra devono accettare in modo coatto la loro presenza.
Dove sono le forze dell’ordine? Costa tanto mettere a disposizione dei Piani Resinelli una pattuglia fissa tutti i giorni. Per queste cose i soldi non ci sono,ma per altri “magna magna” si trovano facilmente .
Mi sono anche domandato perchè la maggior parte di loro sono in possesso di tablet o smartphone all’ultimo grido? Sono di loro proprietà o vengono donati da qualcuno?
Ho voluto anche raccogliere testimonianze di esercenti ,residenti e di alcuni villeggianti e purtroppo non ho trovato un solo parere favorevole all’arrivo di questi poveri uomini nel loro paesino di montagna. Quasi tutti contrari alla decisione e all’imposizione del Prefetto e del sindaco Bartesaghi. Non si sentono tutelati,hanno paura e sono un po’ stizziti riguardo l’argomento.
E’veramente strano che si voglia far integrare presunti profughi e magari futuri clandestini in un paesino di montagna quasi sperduto e lontano dalla città. Cosa si prospetta per il futuro di queste persone?Forse la decisone del Prefetto e dello stato è da rivedere? In vista dell’inverno ci sono le condizioni per poterli ospitare ancora? Nel caso in cui dovessero arrivare altri profughi non sarebbe bene che ci fosse qualcuno che li controllasse giorno e notte? Molti pensano di integrarli facendogli fare piccoli lavoretti utili per la comunità. Sì potrebbe essere una buona soluzione per non lasciarli a braccia conserte,ma sarebbe una giustificazione ad una situazione assurda e sarebbe un torto nei confronti dei nostri disoccupati che per legge il comune non può far lavorare.
Forse bisognerebbe fare un po’ di chiarezza:si tratta effettivamente di profughi o di clandestini in condizioni economiche ottimali in cerca di una nuova vita e che quindi da legge andrebbero espulsi ;lo stato e i partiti che ci governano tengono davvero alle condizioni di salute di questi uomini oppure stanno cercando di creare un business su di essi,dando lavoro alle famose “cooperative rosse” e infine bisognava andare fino a Desenzano per trovare una cooperativa per la gestione dei profughi. ???
Purtroppo viviamo in uno stato che preferisce levare il pane al suo popolo,che non trova lavoro per i suoi figli e che pensa ad integrare profughi . Ma non si accorge che è una perdita di tempo e soldi. Viviamo in un paese stupendo che man mano si sta sgretolando in tutte le sue parti e che non offre più un futuro per noi tanto meno per questi uomini”.
Andrea Corti
Consigliere comunale Lega Nord