Direttivo Pdl teso, ore
di ‘processo’ a Dadati

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Ore 17.20, il direttivo provinciale del Pdl si raduna alla spicciolata nella sede di via Bezzecca, 23. Punto all’ordine del giorno: discutere il post voto alle comunali. Ufficialmente tutto dovrebbe chiudersi qui. Eppure, nonostate le reticenze da parte di qualcuno, emerge chiaramente che un secondo argomento verrà trattato: è il caso Fabio Dadati. Nei giorni scorsi l’assessore provinciale al Turismo è stato sfiduciato dal gruppo consiliare e così è successo anche in Comune dove ricopre la carica di consigliere.

Poco prima che iniziasse il direttivo ci siamo appostati sull’uscio della sede di via Bezzecca e alla domanda: “Cosa sta pagando Dadati?”, la risposta sarcastica di Antonio Piazza è stata immediata: “Pagando? Lui incassa e basta, non paga”. Risposta che ha strappato sorrisi ai primi arrivati: Mauro Invernizzi, Giovanni Minervini e Vincenzo Valenza. Nel frattempo sopraggiunge anche il presidente della Provincia Daniele Nava, il quale si limita a commentare: “Oggi siamo qui per discutere del voto post elettorale. E’ vero che in Provincia e in Comune ci sono state delle prese di posizione nei confronti di Fabio. Ma sono cose che dovranno essere chiarite in un secondo momento tra lui e i rispettivi gruppi”.

Giusto il tempo di mettere il punto sul taccuino dopo la dichiarazioni di Nava che spunta Mauro Piazza, capogruppo del Pdl in Comune. La prima risposta alla medesima domanda è un sorriso, poi dichiara: “C’è stato uno scollamento tra lui e il gruppo sulla faccenda del porto. E’ una questione di punti di vista. Non aggiungo altro”.

Ad aggiungere altro ci pensa però il consigliere provinciale Christian Malighetti: “Chiamarla sfiducia è un po’ troppo, diciamo che è una rappresentazione di alcune criticità. Ci sono stati da parte di Dadati dei comportamenti poco apprezzati non solo a livello politico, ma anche ingerenze su altri assessori e su temi che non gli competevano. Riscontriamo poi una mancanza di comunicazione e poca concretezza nel suo operato”. L’esempio? E’ subito fatto. “Prendiamo il progetto relativo alla creazione di una filiera corta del latte – prosegue Malighetti – tutto è ancora impantanato per via della sua inattività”. A questo punto osa succederà a Dadati? “Non lo so. Staremo a vedere se si tratta di problemi risolvibili o meno. Dopodiché spetterà al partito prendere una decisione”.

Lo stesso coordinatore provinciale Dario Perego ammette: “Ci sono delle criticità. valuteremo le sollecitazioni avanzate dai gruppi consiliari, quindi il Direttivo si esprimerà in merito e successivamente il partito farà le sue riflessioni e deciderà”.

E sull’assenza di Fabio Dadati all’incontro (per un impegno in Provincia), qualcuno ha aggiunto: “Guarda caso”.

Poi, oltre tre ore di riunione con la trattazione (all’inizio) del tema previsto – ovvero le elezioni e quindi il “processo” a Dadati.

IL DIRETTIVO

Si inizia insomma con l’analisi del (pessimo) risultato elettorale: grande attenzione per Colico, Bellano e Barzanò – sorprese negative con motivazioni e dettagli diversi ma il comune esito finale. Parole di apprezzamento per la rivincita di Antonella Invernizzi a Morterone, qualche mugugno sulla sconfitta a Cremeno ma niente di straordinario: la batosta è stata in qualche modo digerita.

Segue la “questione Dadati“. Diamo la sensazione ricavata da alcune nostre fonti vicine agli ambienti del direttivo pidiellino: impressionante la totale ‘scopertura’ dell’ “imputato”.  Non solo nessuno (NESSUNO) ha preso le difese di Fabio Dadati ma anzi, accanto ai documenti preannunciati da parte dei gruppi consiliari di Provincia e Comune (Malighetti e Piazza), sul tavolo è arrivata anche una lettera del presidente della Comunità Montana Valsassina, Alberto Denti. Anche questa, non proprio tenera a quanto si dice nei confronti di quello che è il titolare a Villa Locatelli del Turismo – argomento ovviamente assai sentito in Valle.

La morale, dopo ore e ore di assemblea? La posizione di Dadati è delicatissima. In questo momento è “nelle mani” dei coordinatori, Perego e Nava, che dovrebbero incontrarlo e discutere della situazione. Secondo i bene informati, le sue (appetite, peraltro) deleghe assessorili sono a rischio. Ma la partita potrebbe non chiudersi a Lecco. Troppi gli interessi intorno alla figura di un personaggio che, nel bene e nel male, da anni naviga nel mondo della politica e dell’amministrazione lecchese – con importanti agganci lombardi e romani (la Brambilla, Matteoli…).

Dopo oggi, di certo il politico pare assai ridimensionato. Ma i giochi potrebbero riaprirsi in funzione appunto di quali tavoli (e dove) verranno interessati da una discussione solo apparentemente personalizzata.

All’uscita dal direttivo alcuni volti erano tesi e la voglia di scherzare palesata all’arrivo da parecchi esponenti del parlamentino Pdl totalmente sfumata. Chiara indicazione che la querelle-Dadati è di quelle che segnano, non solo politicamente.