Alla Marcia della Pace di Roma c’è anche Lecco: “Sì al negoziato”

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Nella foto con Nicola Fratoianni (al centro) il consigliere comunale Alberto Anghileri con il senatore Tino Magni e l'assessore Emanuele Manzoni al corteo di Roma

Un centinaio di lecchesi hanno preso parte alla manifestazione per la pace a Roma

Si tratta della delegazione della Cgil, presente anche Sinistra Italiana Lecco con Magni, Manzoni e Anghieri

ROMA – Corteo arcobaleno a Roma in questo sabato di marcia per la pace e contro la guerra che ha portato nella capitale migliaia di persone in corteo.

“Europe for peace” è il titolo della manifestazione organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, Arci, Acli con Anpi, Comunità di Sant’Egidio, Libera, Emergency, Rete italiana pace e disarmo, Campagna Sbilanciamoci!e alla quale hanno aderito diversi movimenti politici, tra cui PD, Sinistra Italiana e Movimento Cinque Stelle.

Anche da Lecco c’è chi è partito alla volta di Roma: in cento tra sindacalisti e iscritti della CGIL hanno raggiunto piazza del Popolo.

“E’ stata una manifestazione molto partecipata – spiegano dal sindacato – la piazza piena dimostra la voglia di pace; la CGIL da sempre è stata dalla parte della pace, e dopo 8 mesi di guerra è evidente che l’unica strada percorribile è il negoziato internazionale guidato dall’Onu”.

Presente anche una delegazione di Sinistra Italiana Lecco, con il neo eletto senatore Tino Magni, l’assessore comunale Emanuele Manzoni e il consigliere comunale Alberto Anghieri.

Anche a Milano ha sfilato il corteo organizzato in quel caso dal Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Due piazze che appaiono contrapposte, almeno nelle dichiarazioni, rispetto alla discussione aperta su un nuovo invio di armi all’Ucraina.

Solo qualche giorno fa, il 29 ottobre, in piazza Cermenati a Lecco si era svolto un presidio molto partecipato che condivideva l’appello di “Europe for peace”  ovvero che  ‘tacciano le armi e si faccia subito un negoziato’ (vedi articolo). In quell’occasione erano stati osservati otto minuti di silenzio, uno per ogni mese di guerra.