Confronto pubblico a Chiuso sul futuro della nuova Lecco Bergamo
Costo in crescita e tempi ancora incerti. Il comitato: “Perché non chiudere il buco e pensare ad altro?”
LECCO – La prima pietra era stata posata nel 2013 e – sulla carta – la galleria tra Lecco e Calolzio avrebbe dovuto essere pronta nel 2016, ma nel 2021 il tunnel è ancora da scavare e il quadro economico è passato dai 93 milioni di euro a 138 milioni secondo una stima recente che però, causa rincari sulle materie prime, potrebbe lievitare fin oltre i 150 milioni di euro.
Dunque, vale ancora la pena inseguire quest’opera? “Potremmo pensare di chiudere il buco, riqualificare l’area e ipotizzare altre soluzioni”. E’ la questione posta dal Comitato dei Cittadini di Chiuso, che ormai da anni denunciano i disagi subiti dal rione a causa del cantiere.
Una provocazione lanciata nel confronto pubblico di giovedì sera, coordinato dal giornalista Stefano Spreafico al quale sono stati invitati i politici, anche se, come referenti delle istituzioni erano presenti solo il sindaco Mauro Gattinoni e il parlamentare del PD Gian Mario Fragomeli, oltre ad alcuni consiglieri comunali di centrosinistra mentre per il centrodestra è intervenuto il segretario cittadino della Lega, Emanuele Mauri.
“La gente non ne può più e non crede più agli annunci – è intervenuto il referente del comitato, Luca Dossi – sembra che la politica voglia solo cavalcare il consenso e non fare veramente. Conosciamo tutte le problematiche di quest’opera e i motivi perché l’impresa ha rinunciato, evidentemente riteneva ci fossero criticità tali che non convenisse continuare. Oggi si può ammettere l’errore, sono già stati sperperati 20 milioni – già pagati all’impresa Salini che si era aggiudicata l’opera – ma possiamo evitare di mettere altri soldi su un’opera che ha ancora troppi dubbi e soprattutto non sappiamo quando potrà essere pronta. Il sindaco ci rappresenta come cittadini di Chiuso e deve farsi in quattro per aiutarci”.
Perplessità che anche il primo cittadino non ha mancato di sottolineare: “Per il lotto 2 forse non basteranno 150 milioni e circa una quarantina serviranno per i lavori a Cisano: duecento milioni in tutto ma di questa Lecco-Bergamo non c’è una piantina che ci dica cosa succede dopo questo tratto” ha rimarcato Gattinoni.
“A fine maggio c’è stato il passaggio del cantiere dalla Provincia ad Anas” ha ricordato il sindaco evidenziando “il braccio di ferro sulla progettazione” per decidere chi dei due enti dovesse averla in capo.
“Oggi non ho risposte, non so chi altro potrebbe averle” ha aggiunto Gattinoni, dubbioso che si possa arrivare al 2026 con la galleria pronta. Una possibile alternativa, per il sindaco è l’allungamento della Tangenziale Est ad Olginate, che servirebbe il meratese e che, attraverso il ponte Cesare Cantù, si collegherebbe anche Calolziocorte. Un’opera che però verrebbe a costare 1,2 miliardi di euro.
Mauri della Lega si è fatto portavoce del senatore Paolo Arrigoni facendo sapere che “il via libera del Ministero è arrivato ed ora Anas andrà a siglare la convenzione con Provincia, si dovranno sicuramente trovare nuove risorse, i rincari sulle materie prime inevitabilmente incideranno sui costi. I tempi ancora non li conosciamo finché non c’è un cronoprogramma”.
Pronta nel 2026: possibile o impossibile?
“Chiudere il buco con la terra? Non pensateci, diventerebbe la più grande incompiuta – si è rivolto così a cittadini Corrado Valsecchi, ex assessore comunale e oggi consigliere comunale di Appello per Lecco – Il comitato di Chiuso ha ragione, basta con la sagra degli annunci, servono deliberazioni che rendano possibili i progetti. Ricordiamoci che abbiamo spinto affinché l’opera passasse ad Anas e non sottovalutiamo la data del 2026, perché quando ci sono i grandi eventi internazionali lo Stato si muove”.
Anche l’on. Fragomeli è fiducioso: “Non potrebbe concludersi oltre il 2026 altrimenti perderemmo i finanziamenti relativi alle Olimpiadi, l’opera non sarebbe stata inserita in quel capitolo se non fosse possibile. Con tutta la fatica che abbiamo fatto fino ad oggi non possiamo mollare, ci abbiamo messo tre anni a fare diventare questa strada statale e per la presa in carico del cantiere di Anas. Ora c’è un commissario e una società per le Olimpiadi Milano Cortina, questo significa accelerare i tempi”.
Il parlamentare lecchese, “pizzicato” nei giorni scorsi da Valsecchi per il suo annuncio “prematuro” via stampa dell’accordo tra Anas e Provincia, ha voluto consegnare al comitato un plico contenente un elenco di attività messe in atto dal parlamentare del PD per spingere questa realizzazione.
“Non sono l’uomo dei comunicati, il mio lavoro non si limita a questo, non si parla mai degli incontri ufficiali, delle interlocuzioni istituzionali, delle mail e delle telefonate. Se alle riunioni ci vado solo io – ha aggiunto Fragomeli – perché sui giornali bisogna dire che lo abbiamo fatto tutti insieme?”.
“Il progetto era irrealizzabile”
Tra gli intervenuti durante il confronto anche l’ex consigliere comunale della Lega, Giovanni Colombo, professionista del settore edile: “Il progetto andato a gara era irrealizzabile e la Provincia di allora non era in grado di fare questa gara. E’ una questione di competenze tecniche. Questa però è un’opera fondamentale per i cittadini e per le aziende. Il futuro è solo uno: Anas ha la possibilità di fare il progetto e realizzare l’opera ma i tempi, mi spiace dirlo, non ci sono, arrivare con la galleria pronto nel 2026 è tecnicamente impossibile solo per fare la gara ci vorrà un anno”.
“Che l’opera serva è indubbio – ha aggiunto Alberto Anghileri, consigliere comunale di Con La Sinistra Cambia Lecco – Ricordiamoci però che Anas è la stessa che i ha messo anni per realizzare solo il primo tratto di ciclabile Lecco Abbadia. Ma se chiudiamo il “buco”, quale alternativa abbiamo? Io penso che se togliessimo il semaforo di Vercurago ci risparmieremmo già parte dei disagi”.