Pubblica Amministrazione. Tino Magni: “La riforma? Un fallimento”

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Senatore Tino Magni
Il Senatore Tino Magni

Il senatore lecchese bocca senza appello la riforma proposta dal Governo sulla Pubblica Amministrazione

“Impedisce alla Corte dei Conti il controllo concomitante e spalanca la strada alle esternalizzazioni”

 

LECCO – “Questo provvedimento è un fallimento totale: non potenzia la macchina amministrativa degli enti pubblici e non prevede un piano straordinario di stabilizzazioni delle migliaia di lavoratori e lavoratrici precarie che lavorano per la pubblica amministrazione. Un grande fallimento, perché la riforma della pubblica amministrazione, quella che la destra ha presentato in pompa magna, non c’è dentro questo decreto”.

Così il senatore lecchese di Alleanza Verdi Sinistra, Tino Magni, annuncia il ‘no’ del partito al provvedimento in materia di pubblica amministrazione su cui il Governo ha chiesto il voto di fiducia:

“La riforma  – aggiunge Magni – rappresenta un tema fondamentale nel processo di modernizzazione del Paese, soprattutto adesso, che dobbiamo affrontare una sfida importante come il PNRR. E invece il governo che fa, impedisce alla Corte dei Conti il controllo concomitante. Una vera e propria ‘allergia’ ai controlli. Gli organi di controllo sono e devono rimanere autonomi. Per questi motivi, Alleanza Verdi e Sinistra vota contro questo decreto, Quello che manca in questo provvedimento è chiarissimo – prosegue Magni – Serviva intervenire sui salari dei dipendenti pubblici, stabilizzare i precari, potenziare la nostra capacità amministrativa”.

“Se non interveniamo ora, ci ritroveremo con una gravissima carenza di organico e rischiamo il blocco della macchina organizzativa e amministrativa di questo Paese. Il governo invece spalanca la strada all’aumento delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni di un numero di servizi della pubblica amministrazione sempre maggiore. Questo decreto che nasce con l’intendimento di rafforzare la pubblica amministrazione, è diventato tutta una cosa diversa. Un decreto omnibus che elude anche il richiamo del Presidente della Repubblica sulla decretazione d’urgenza” conclude Magni.