PD Lecco dopo il voto, tra soddisfazione e amarezza

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LECCO – Soddisfazione e amarezza: due stati d’animo che si mischiano nell’analisi che Pd Lecco ha voluto fare a tre giorni dall’esito delle elezioni politiche e regionali 2013. Perché se da una parte i democratici si sono rivelati il partito più votato sia a livello nazionale che nel lecchese, dall’altra si ritrovano con una misera vittoria in Parlamento e una dura sconfitta in una Lombardia rimasta al centro destra.

“Tra il dire che non abbiamo vinto alle regionali e l’affermare che il Pd abbia subito una batosta, ne passa – ha spiegato il segretario provinciale, Ercole Redaelli – Rispetto alle elezioni del 2010, infatti, il Partito Democratico ha guadagnato 16 mila voti nel lecchese e 400 mila in tutta la Lombardia. Al contrario il PDL ne ha persi 10 mila nella nostra provincia e 450 mila a livello regionale, mentre la Lega 20 mila da noi e 420 mila in tutte le province lombarde. Certamente non è motivo soddisfazione, visto che non siamo riusciti a conquistare la Regione, ma è da riconoscere come il PD, rispetto agli altri partiti tradizionali, sia stato l’unico ad avanzare”.

Nessun ripensamento sulla candidatura di Ambrosoli: “E’ stata una scelta che continuiamo a considerare positiva – ha proseguito il segretario – Ambrosoli è un personaggio nuovo per la politica e la società chiede un rinnovamento e un’apertura che guardi oltre i partiti. Tant’è vero che le tre formazioni decisive alle regionali si sono dimostrate le liste civiche di Ambrosoli, Maroni e del Movimento Cinque Stelle, che hanno raccolto il 30% degli elettori lombardi. Un dato che ci costringe a ripensare al nostro modo di fare politica”.

A chiedere una riflessione è anche Raffaele Straniero, il più votato tra i candidati del Pd ed eletto nel Consiglio regionale lombardo: “Era un occasione importante vincere in Lombardia dopo 18 anni di governo del centro destra, per dare un segnale di discontinuità. Così non è stato e dobbiamo accettare il risultato delle urne, costando che c’è un divario politico ancora consistente tra centro destra e centro sinistra in Lombardia che ci ha impedito di raggiungere il risultato sperato; per questo credo sia necessario affinare la nostra proposta per cercare in futuro di fare breccia in questo elettorato”.

Si troveranno invece ad affrontare una situazione non semplice in Parlamento i due candidati democratici, Veronica Tentori e Gianmario Fragomeli, che si insidieranno alla Camera il prossimo 15 marzo.

“Credo che il PD debba fare un’analisi seria al proprio interno: dopo una fase di entusiasmo delle primarie, forse successivamente è mancato il coraggio di andare fino infondo – ha commentato la giovane deputata – abbiamo ora la responsabilità di provare una convergenza anche con il Movimento Cinque Stelle, rispetto ad programma di provvedimenti urgenti per la crescita e lo sviluppo economico, così come per la riforma della legge elettorale e per altre misure come le norme anti-corruzione. La gente chiede un Governo di cambiamento”.

Fragomeli, che dopo nove anni lascerà la poltrona di sindaco di Cassago, guarda agli amministratori lecchesi: “Mi sono candidato per essere un riferimento chiaro per il territorio e penso che, nonostante l’incertezza profonda riguardo alla costituzione di un nuovo Governo, da subito dovremo iniziare sentendo i sindaci, insieme al mondo produttivo locale, per far capire che c’è una sponda chiara e netta nei nuovi eletti rispetto alle istanze che la nostra provincia vuole portare in Parlamento. Non sarà la precarietà dei numeri, che non dipende certamente da noi, a far venir meno il nostro impegno”.