
PESCATE – “Sul Capogruppo di Maggioranza, Signor Roberto Redaelli, pendono accuse ignominiose, che se verificate sarebbero di una gravità inaudita. E dato che non siamo in un’Aula di Tribunale e non ne avrei né le competenze né l’autorità, Vi chiedo: è opportuno politicamente e moralmente che il Signor Redaelli rimanga al suo posto? “
La domanda Tore Rossi, direttore di Cesea e figura nota nell’ambito del sociale, la pone in primis al sindaco di Pescate, Dante De Capitani, ma anche al prefetto, al presidente della Provincia e alla Lega Nord, partito espressione della lista di centrodestra che governa Pescate, di cui fa parte lo stesso Redaelli.
La vicenda, richiamata da Rossi, è quella nota della Gilardoni Raggi X e del processo che prossimamente si aprirà nei confronti dell’ex presidente Maria Cristina Gilardoni e di Redaelli, che alla Gilardoni era a capo del personale. Entrambi accusati delle presunte vessazioni e violenze subiti dai dipendenti dell’azienda.

Non solo: Tore Rossi richiama anche quanto accaduto in Consiglio Comunale a Pescate, dove la minoranza si è autosospesa denunciando non poter esprimere liberamente le proprie opinioni politiche lamentando di ricevere lettere di legali, venendo accusati di diffamazione, oltre a “mail intimidatorie e minacciose da parte del capogruppo di maggioranza”.
Tutto questo, insieme al fatto “che nessuno, sia subentrato, pongono a mio parere una domanda di rappresentatività e di democrazia nella ridente cittadina. Come si può pensare che chi ha “vinto”, in solitudine gestisca l’amministrazione quotidiana? Come si può pensare che nessuna voce contraria sia tollerata nelle Sedi Istituzionali?”

“Il ruolo di consigliere che non gli ho dato io ma i cittadini di Pescate, votandolo alle elezioni del 5 giugno scorso quando le indagini che lo riguardavano erano ben note a tutti in campagna elettorale, e quindi la richiesta di maggiore trasparenza verso i cittadini trova già nella fattispecie la prima risposta” gli ha replicato De Capitani.
“Lo hanno eletto i pescatesi e io lo devo rimuovere dall’incarico? Prima ancora che ci sia una sentenza o anche solo il contraddittorio con l’altra versione della vicenda, o addirittura prima del rinvio a giudizio? Ma stiamo scherzando? – ha proseguito De Capitani – Conoscendo Roberto sono sicuro che se ci fosse anche solo un fondo di verità in quello di cui lo accusano, avrebbe già fatto da solo un passo indietro. Roberto nel comune di Pescate ha fatto e sta facendo bene, anzi benissimo. E ad esempio con il “Fondo di solidarietà per i pescatesi bisognosi” creato proprio da lui, stiamo dando risposte concrete ai cittadini, soprattutto a quelli che han perso le speranze nella politica.”
Per De Capitani “ognuno di noi credo abbia diritto di scegliersi i collaboratori che vuole, di sostenerli e di difenderli, almeno finchè la magistratura – e nessun’altro – non deciderà altrimenti”.

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