LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Spettabile redazione
ho letto la lunga lettera pubblica dell’on.Veronica Tentori sul suo partito, il PD.
Non metto in dubbio la buona fede ma l’onorevole Tentori vive e ha vissuto su Marte?
Scrive infatti: “Io voglio guardare avanti e quindi vedo un partito che deve decidere cosa vuole essere, chi vuole rappresentare e che in un certo senso deve essere rivoltato come un calzino: ripensato nelle forme, nei metodi,nelle persone, nella comunicazione, nei contenuti, negli obiettivi…Un partito che deve chiudere per sempre l’epoca distruttiva delle logiche legate a vecchie appartenenze, a correnti (e non ho paura di usare questa parola), a personalismi. Non voglio rottamare nessuno e non voglio certo rinnegare la nostra storia, le nostre storie. Le esperienze restano e ci aiutano a crescere, i nostri valori sono radicati dentro di noi: dobbiamo farne tesoro e partire da lì per mettere in atto un’evoluzione e una rivoluzione, senza paura.”
Verrebbe da chiedere all’onorevole Tentori ma questo Congresso con chi bisogna farlo se non si è nemmeno in grado di capire chi sono i 101 vili traditori che hanno impallinato le elezioni del Presidente della Repubblica (la maggioranza dei parlamentari PD sembra infischiarsene, nei fatti, di scoprirlo)
Verrebbe da chiedere all’onorevole Tentori in che partito è se vuole guardare avanti in quel modo. Il presente del PD, prima del guardare avanti. Prima del raggiungerlo, eventualmente questo avanti.
E verrebbe voglia di chiedere all’onorevole Tentori nel passato che PD era e da quando si è “rotto”.
E dov’era Lei e gli altri quando si è rotto.
E soprattutto che PD era quello che ha chiesto i voti agli italiani e che ora di questi voti ha fatto carta straccia. Per convenienza.
Convenienza legittimata da tutto il PD. tutto. I pippi e le pippe.
Insomma in sintesi: se il PD è così una ciofeca da rivoltare come un calzino – oltre a sapere da quando – ci si chiede: devono rivoltarlo gli stessi che, chi più chi meno, lo han ridotto così e stanno pemettendogli – legittimandolo – di fare e continuare tutto questo che abbiamo sotto gli occhi?
Probabilmente – nei fatti – non c’era e non c’è da aspettarsi granché di diverso da una forza (allo sbaraglio per colpe proprie) che porta avanti una politica di piccolissimo cabotaggio, di gestione minima dell’esistente, di attenzione a non urtare alcun equilibrio di potere, nella speranza che le persone (non solo i suoi militanti) si abituino un po’ alla volta alla cessione di sovranità, alla perdita di democrazia, che elaborino il lutto, e passino oltre stringendo ancora di un buco la cinghia.
Del resto, basterebbe cara onorevole Tentori che alzasse lo sguardo sull’Italia per constatare che, oltre a un parlamento eletto con una legge che avrebbe fatto invidia ai paesi del socialismo reale, abbiamo il secondo governo non eletto consecutivo, sorretto da una compagine tanto promiscua quanto immobile e che Lei sostiene, nei fatti, ogni giorno, tutti i giorni.
Dunque tutto come da copione. Anche se si è (stati) in ferie su Marte.
Paolo Trezzi