Delizioso romanzo epistolare moderno in cui le lettere sono in realtà e-mails scambiate tra una donna inglese e una donna irachena. Tratto da una storia vera, quella delle due autrici, questo romanzo narra l’amicizia che si può creare in Rete tra due persone che non si sono mai viste prima, in questo caso tra una giornalista inglese e una professoressa irachena che insegna letteratura inglese. Ma è anche un modo diverso di vedere e sapere cosa accade realmente in Iraq e a Baghdad, per scoprire come vive la gente comune.
May racconta la sua difficile vita con tutte le limitazioni imposte dal regime, mentre Bee conduce una vita completamente diversa a Londra e, qualche volta, si sente in colpa per questo nei confronti della sua nuova amica.
Già con Colazione da Starbucks di Laura Fitzgerald veniva trattato questo tema della diversità, ma con Sognando Jane Austen a Baghdad è tutto molto più profondo e coinvolgente. Talora il lettore non potrà fare a meno di irritarsi per le discriminazioni e le ingiustizie a cui è costretta May e, allo stesso tempo, si sentirà impotente non essendogli permesso intervenire per aiutarla.
Mentre Colazione da Starbucks, però, era una storia frutto dell’immaginazione della scrittrice e come tale necessitava di un lieto fine, Sognando Jane Austen a Baghdad è invece una storia vera. Ciò che la rende magica è sapere che, almeno una volta nella dura realtà di questo mondo, qualcosa può girare per il verso giusto.
Trama.
May insegna letteratura inglese in un’università di Baghdad in un corso per sole ragazze. Esce di casa tutti i giorni per parlare di Jane Austen alle sue alunne: scaramucce d’altri tempi contro la guerra vera che perversa nelle strade. Per il resto, May vive una vita quasi normale: va al bazar a fare shopping e dal parrucchiere. Ma lo fa sfidando le bombe, la corrente elettrica a intermittenza, il mercato nero e la repressione del governo, che colpisce soprattutto gli intellettuali come lei e suo marito.
Bee fa la giornalista a Londra: la sua sfida maggiore è gestire tre figli, un marito giramondo e le riunioni di redazione.
May e Bee non potrebbero essere più diverse. Cultura, religione, chilometri, tutto le separa. Eppure, quando una mail le mette in contatto, diventano amiche. Si raccontano le loro giornate, e i resoconti di May diventano una sorta di diario travagliato dell’Iraq di oggi. Un paese dove le ragazze si truccano e si sciolgono i capelli appena arrivano a scuola, per poi ricomporsi prima di uscire, e una figlia può venire ripudiata per aver sposato un uomo più giovane e di condizione inferiore. Un paese in cui Jane Austen non è così incomprensibile: le ragazza inglesi del XIX secolo non erano libere di fare ciò che volevano, proprio come quelle irachene del XXI secolo.
Col passare del tempo, però, le parole di May perdono il tono leggero per far spazio alla paura. Le milizie fanno strage dei sunniti, come suo marito, e l’unica salvezza per loro è abbandonare il Paese. Ha inizio così una lotta contro il tempo, che farà scoprire a May e Bee di essere più amiche di quanto credessero.
Francesca Numerati