I segreti di Milan Lab anche per Asd e atleti amatoriali: i benefici di neuro e bio Feedback

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Nel “lontano” 2002, Bruno Demichelis, “vice” di Ancelotti al Milan ha un’idea: lavorare sulla psicologia dell’atleta con una modalità che porti alla gestione ottimale del benessere della singola persona, non solo del gruppo, in cui si ottengano dei risultati tangibili, concreti, misurabili. Lui stesso lo dice sempre durante i suoi convegni, senza troppi giri di parole: la psicologia dello sport è bellissima… ma le società sportive ti chiedono che l’atleta: salti più in alto, corra più forte, elabori più stimoli… il tutto senza portare via troppo tempo agli allenamenti!

Certo non era facile trovare una soluzione, ma come molto spesso accade, quando la domanda è ben formulata la risposta non tarda ad arrivare.

L’obiettivo era semplice: misurare quanto la parte psicologica influisse sulla prestazione (e viceversa)… Quindi ottenere dei valori sul corpo e sulla mente, sulle loro reazioni, soprattutto sulle aree di non controllo (il sistema nervoso autonomo). Ed ecco la grande intuizione, la risposta a questa domanda divenne l’elemento che, tuttora, caratterizza Milan Lab: il bio e neuro feedback.

Il principio del bio feedback è piuttosto semplice: all’atleta vengono presentati in tempo reale i suoi parametri fisiologici (battico cardiaco, conduttanza cutanea, temperatura, frequenza del respiro, etc.) tramite uno schermo. Le misurazioni avvengono attraverso dei sensori (assolutamente non invasivi, non ci sono aghi!). Di solito vengono posti sulle dita di una mano o in alcune aree muscolari prescelte.

Nel neuro feedback vi è un monitoraggio dell’attività elettroencefalografica e delle sue onde. Ad ogni tipo di onda cerebrale è associato un determinato tipo di attività del cervello (dormiveglia, rilassamento, vigilanza, attenzione focalizzata, etc.) e questo permette di avere un quadro chiaro e immediato di ciò che sta accadendo in ogni momento.

A seconda dei valori osservati si procede poi alla fase di training in cui allo sportivo viene chiesto di modificare volontariamente questi parametri allo scopo di portarli verso i valori ottimali per l’attività sportiva (in base ai dati di ricerca).

La richiesta può apparire strana: “le chiedo di abbassare la conduttanza cutanea” ma è allo stesso tempo geniale poichè si basa su 2 principi cardine che fanno la differenza:

1) quello che noi pensiamo essere il sistema autonomo (quindi il sistema vegetativo caratterizzato da organi come il cuore, lo stomaco, il fegato, l’intestino,etc.) è in realtà un sistema automatico, perciò indirettamente controllabile con le nostre azioni. Pensate solo a quanto le emozioni siano associate a questi organi e immaginate il vantaggio di poter agire proprio su di essi (ed esse) quando ad esempio “la paura fa venire il mal di stomaco…”

2) Lo sportivo vede il parametro su schermo (in alcuni casi non viene visualizzato il dato specifico, ma piuttosto una grafica, o un’animazione coerente con il valore numerico) e una volta ricevuta la richiesta di modifica proverà ad adottare delle tecniche per variarlo. Se queste tecniche non funzionano… lo vede subito, il dato è lì e lui ce l’ha sempre sott’occhio, perciò proverà ad utilizzarne delle altre scartando quelle non funzionali. Ad un certo punto troverà quella giusta che diventerà quindi l’approccio di base per quel compito. E’ un apprendimento per tentativi ed errori, con continui feedback sul risultato, in grado di generare strategie autonome e spontanee.

Ora, il vantaggio dell’uso di questo strumento è evidente, ad esempio: quando facciamo yoga, training autogeno, rilassamento di Jacobson o quant’altro cerchiamo di rilassarci, giusto? Ma sappiamo dire di quanto? Oppure, sappiamo se realmente ci stiamo rilassando in quel momento?

Come dice De Michelis nel neuro e bio feedback abbiamo “la mente che guarda la mente”.

Quello che però è interessante oggigiorno è che questa metodologia sia… alla portata di tutti. La strumentazione del Milan Lab è utilizzata in diversi campi, ad esempio anche in azienda per la gestione dello stress delle figure manageriali. In campo clinico, ancor prima di Milan Lab, per molti tipi di disturbi (ADHD, autismo, emicrania, fobie, etc.). Ovviamente è uno strumento che non tutti possono usare con facilità, ma è necessario formarsi per comprendere correttamente i valori che appaiono su schermo e una loro valida lettura.

Io personalmente l’ho usato in passato e lo userò ancora: ho scelto di acquistare l’attrezzatura poichè credo molto nei benefici che è in grado di determinare. Sono convinto che già nel semiprofessionismo questa sia una metodologia da introdurre e da integrare all’attività “canonica” dello Psicologo dello Sport.

Un solo esempio sarà emblematico: l’atleta di rientro da un infortunio grave può essere molto bravo a far credere alle persone che ha intorno che sia pronto a giocare, può anche ingannare lo psicologo, ma attraverso neuro e bio feedback sarà possibile non solo individuare se l’atleta presenta delle manifestazioni d’ansia, ma anche se possa essere soggetto a ricadute! (di norma attraverso la rilevazione del livello di tensione muscolare).

Dott. Mauro Lucchetta

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