Ormai se ne parla parecchio, soprattutto molti atleti di livello, di differenti discipline sportive, hanno fatto “outing” ed hanno dichiarato di essere seguiti da un preparatore mentale. Per loro è come avere a che fare con un preparatore come un altro (tecnico, atletico, etc.) e in effetti… hanno ragione. La consapevolezza che la parte psicologica è una caratteristica di base nello sport (insieme a quella tecnica, atletica e strategica) li porta ad approcciarsi al mental training con la naturalezza e la professionalità tipiche di chi vive di sport e che con lo sport ci vive. Ma il tema è forse più comune di quanto si creda e di certo non è soltanto per i professionisti dello sport: in Italia abbiamo a che fare perlopiù con associazioni sportive dilettantistiche e all’incirca con 19 milioni e 200 mila di praticanti dello sport, pari al 33% della popolazione.
Sono 2 le principali aree di azione della Psicologia dello Sport:
1) Preparazione Mentale
Il nodo della questione, ciò che interessa soprattutto alle società che cercano la vittoria: prepararsi mentalmente. Cosa significa? Per dirla in parole semplici facciamo l’esempio di un muscolo che alleno attraverso l’esercizio. Continuando a sollecitare quel muscolo invio dei segnali al mio corpo caratterizzati da una richiesta ambientale “mi serve più forza!”. Il corpo, nel tempo, tenderà ad adattarsi a quelle che sono le richieste dell’ambiente e perciò l’arto migliorerà il suo tono. Per la mente il principio è identico. Allenare la mente, le proprie modalità di pensiero, il proprio livello di attivazione, tensione, concentrazione sono mezzi tramite i quali uno sportivo può migliorare una propria prestazione. Non è lavorare sulla motivazione in quanto tale, ma piuttosto si tratta di un lavoro metodico, che consiste nel capire come un atleta “funziona” nello sport. Lo sportivo realmente consapevole di sé diventa in grado di modificare o mantenere quei comportamenti funzionali che gli permettono di rendere al meglio durante l’attività sportiva.
Spesso, nella maggior parte delle competizioni di alto livello, ci si gioca tutto in poche frazioni di secondo e l’allenamento mentale si pone l’obiettivo di preparare l’atleta ad essere “presente” in quel momento, a fare la sua parte al 100% ed essere protagonista del suo destino agonistico. Il risultato poi dipenderà, ovviamente, anche dai fattori tecnici, ma l’atleta saprà di non aver lasciato nulla al caso.
Lo stesso è valido anche per l’atleta occasionale. E’ una ricerca al miglioramento che non conosce classifiche!
2) Consulenze in Psicologia dello Sport
Nel secondo caso si tratta spesso di lavorare su un singolo aspetto problematico (ad esempio: “ha paura della partenza”, “sbaglia tutti i tiri liberi”, “si deprime se l’avversario è troppo forte”, “in allenamento è forte in gara no”, “quando entra dalla panchina gioca peggio”, ma anche situazioni particolari come “se è brutto tempo non vuole giocare”, “se sente quel dolorino riposa anche quando i medici dicono che è ok”, etc.
Sono tutte situazioni specifiche che vanno analizzate con l’atleta, ciò avviene attraverso il dialogo con lui, tramite osservazione, con i colloqui con l’allenatore e quando serve anche parlando con la famiglia.
Altri interventi riguardano gli aspetti relazionali generali, la comunicazione fra atleti e allenatori, oppure fra allenatori e genitori e, a volte, fra atleti e genitori.
Altre aree di intervento possono riguardare il supporto pedagogico con i più piccoli, consulenze ad atleti a fine carriera (outplacement), oppure infortunati, oltre alla formazione allo staff dirigenziale.
L’idea di questa rubrica è quella di presentare, di articolo in articolo, gli aspetti mentali caratteristici dello sport, illustrarne le peculiarità e suggerire modalità di intervento o semplici consigli. E siccome il miglior modo per conoscere ed imparare qualcosa è il campo stesso, la proposta che vi faccio e che voi stessi mi indichiate delle casistiche su cui ragionare insieme. Le più utili ed interessanti verranno discusse, in maniera anonima, all’interno di questa sezione.
Scrivetemi anche solo per togliervi qualche dubbio, ecco il mio indirizzo e-mail: mauro.lucchetta@psicologiafly.com