Ats Brianza prepara la stagione dell’alpeggio

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Fotografia transumanza

Normative da seguire per la gestione del bestiame in montagna e per le produzioni casearie

Al via anche una campagna di informazione del Dipartimento Veterinario ai frequentatori della montagna

LECCO – Ogni estate, da giugno a ottobre, oltre 7 mila capi di bestiame vengono portati al pascolo sui monti della provincia. Si tratta di circa 4 ila pecore, 1.800 capre, 1.200 bovini e 200 cavalli. I 27 alpeggi presenti in provincia di Lecco non sono solo pascoli e terreni, ma anche strutture destinate al ricovero del bestiame, locali per la lavorazione del latte e alloggi per i malgari.

Si configura così un sistema socioeconomico di grande valore. L’attività in malga durante i mesi estivi rappresenta un tassello fondamentale per la filiera zootecnica, con molteplici benefici: valorizzazione di un patrimonio di tradizioni e competenze antiche, tutela del benessere animale, difesa della qualità dei prodotti caseari e cura dell’ambiente montano.

Per fornire agli operatori una panoramica sulle tematiche relative alla prossima stagione della monticazione, ATS Brianza ha organizzato nei giorni scorsi un incontro a Barzio, presso la sede della Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera. All’incontro hanno partecipato i servizi di Sanità Animale, Igiene Urbana Veterinaria e Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche.

Di fronte a una numerosa platea di alpeggiatori e liberi professionisti, i veterinari dell’Agenzia di Tutela della Salute hanno ribadito l’importanza di rispettare le tempistiche e le modalità corrette nella gestione dell’attività di alpeggio. Questo comprende dalla richiesta delle autorizzazioni alla comunicazione riguardo allo spostamento del bestiame dalle stalle del fondovalle ai pascoli e viceversa, nonché il rispetto delle normative relative alla sanità animale.

Un’attenzione particolare è stata dedicata alla campagna di vaccinazione obbligatoria contro la Blue Tongue, la febbre catarrale infettiva che colpisce principalmente pecore, agnelli e montoni, partita nei giorni scorsi. Oltre ai liberi professionisti incaricati dagli allevatori, anche i veterinari di ATS sono coinvolti nell’assicurare la copertura vaccinale prima del trasferimento del bestiame in quota, con particolare attenzione ai piccoli allevamenti nelle zone più isolate.

Particolare attenzione è stata dedicata al controllo della qualità igienica delle produzioni tradizionali a base di latte, come formaggi, burro e ricotta, ottenute nei caseifici di montagna, in conformità con le prescrizioni del Piano di controllo della Regione Lombardia.

“Garantire il rispetto delle rigorose linee guida sulle buone pratiche igieniche e di lavorazione in alpeggio è fondamentale per assicurare la salubrità dei prodotti e tutelare la sicurezza del consumatore. Gli alpeggiatori sono infatti tenuti a redigere un manuale di autocontrollo igienico che copra tutte le fasi di produzione e lavorazione del latte, inclusi la pulizia e sanificazione dei locali di mungitura, l’idoneità strutturale degli spazi, la gestione dei farmaci, l’approvvigionamento di acqua potabile, la sicurezza nell’uso dei sistemi di riscaldamento del latte e la corretta conservazione dei prodotti” spiegano da Ats Brianza.

Un tema particolarmente delicato riguarda la convivenza tra gli operatori zootecnici e i frequentatori della montagna, come turisti ed escursionisti, durante la presenza di bestiame al pascolo nei mesi estivi. Per garantire la sicurezza del bestiame e proteggere mandrie e greggi da predatori come i lupi, chi conduce gli alpeggi si avvale dell’indispensabile supporto dei cani da pastore, da guardiania o da conduzione. Questi cani, lasciati liberi dai loro padroni anche per lunghe ore, sono dotati di un straordinario senso di attaccamento e protezione verso il bestiame, in particolare le greggi.

Ats Brianza chiarisce il comportamento dei cani da protezione: “Questi cani possono manifestare un atteggiamento molto aggressivo nei confronti di ciò che percepiscono come minacce, come l’avvicinamento di fauna selvatica o persone. Sebbene i proprietari siano responsabili della custodia dei loro cani da lavoro, è altrettanto importante che anche i frequentatori della montagna siano consapevoli delle precauzioni da adottare quando si trovano nelle vicinanze di cani da protezione. Questo permetterà di prevenire rischi di morsicature, sia per sé stessi che per eventuali cani da compagnia al seguito”.

“Siamo impegnati a garantire una formazione sempre più qualificata per gli operatori del settore zootecnico che vivono la stagione dell’alpeggio – afferma il dottor Diego Perego, Direttore del Dipartimento Veterinario e Sicurezza degli Alimenti di Origine Animale – e vogliamo che il rapporto tra chi lavora in montagna e chi la frequenta per piacere avvenga in un clima di rispetto e consapevolezza verso la presenza degli animali”.

Infine, Perego conclude: “A tal fine, ATS Brianza, in vista della stagione estiva e dell’afflusso di turisti nelle nostre località, si prepara a lanciare una campagna di sensibilizzazione e informazione, che includerà incontri pubblici, messaggi sui social e cartellonistica sui sentieri”.