In centro il primo Pride di Lecco: una biciclettata per i diritti e poi l’evento in piazza Garibaldi
“Le minoranze non vanno tutelate o accolte, vanno abbracciate. Garantire i loro diritti non toglie diritti a nessuno, nemmeno la libertà di espressione”
LECCO – E’ iniziato con una bicicletta che, da più punti della città, ha raggiunto il lungolago portando con sé l’arcobaleno: il rosso per l’amore, l’arancione per i diritti, il giallo per l’orgoglio, il verde per le parità, il blu per le libertà, il rosa per la laicità. Il Pride di Lecco ha portato così una ventata di colori e significati nel cuore della città manzoniana.
L’iniziativa è stata organizzata da ‘Renzo e Lucio’ con la collaborazione delle più varie realtà associative e con il patrocinio di sette comuni, a partire dal capoluogo. Una piazza per i diritti che si è riunita in questa primissima edizione del Pride.
“Pensare che due anni fa tutto questo era solo una vaga idea, fa venire in brividi – ha sottolineato la presidente di Renzo e Lucio, Dalila Maniaci, intervenendo di fronte ai tanti che hanno riempito con la loro partecipazione piazza Garibaldi – Non dimenticherò mai quando, alla prima riunione organizzativa, non bastavano le sedie per quanti volevano esserci. In quel momento ho capito quanto questo Pride non fosse solo necessità della comunità gay e LGBT ma della comunità lecchese”.
“Questo Pride s’ha da fare” è il titolo scelto per la manifestazione, un richiamo esplicito ai Promessi Sposi del Manzoni, “perché ancora oggi ci sono don Rodrigo che si oppongono all’amore” è stato detto dal palco.
“Un motto – ha aggiunto Dalila – che ha acquisito ancora più senso quando, lo scorso anno, non abbiamo potuto svolgere il Pride, se non online” a causa dell’emergenza sanitaria che ha costretto a rimandare l’evento al 2021.
“I nostri ‘perché’ erano troppo forti e la causa troppo alta per farci abbattere dalle contingenze della situazione – ha proseguito la presidentessa di Renzo e Lucio – Questa piazza, però, non è solo il risultato di un’organizzazione ma il simbolo di una città (o almeno parte di essa) che sostiene, vuole e pretende che i diritti siano uguali per tutti, indipendentemente da chi amiamo o da chi sentiamo di essere. Garantire i diritti ad una minoranza discriminata con violenza non toglie diritti a nessuno e nemmeno toglie i diritti alla libertà di espressione”.
Un messaggio che guarda a quanti invece si oppongono al DDL Zan sul contrasto all’omofobia e, che proprio nel giorno del Pride, ha visto organizzare un presidio di ‘colore’ opposto nella vicina piazza XX Settembre.
“Ma il Pride – ha aggiunto Dalila Maniaci – non sostiene solo i diritti della comunità gay ma anche dei disabili, delle famiglie non tradizionali, di chi viene discriminato perché di una diversa etnia, delle donne che ancora in molti ambiti subiscono discriminazioni. Le minoranze non vanno tutelate o accolte, le minoranze vanno abbracciate. Siamo qui a favore di una scuola che sappia valorizzare le differenze. Perché l’omofobia, così come ogni tipo di discriminazione, si combatte con la cultura”.
Gattinoni: “Orgoglioso di essere il primo sindaco a tenere a battesimo il Pride”
“L’amministrazione comunale non poteva che essere qui – ha detto il primo cittadino Mauro Gattinoni dal palco – è un’emozione essere il primo sindaco, al primo mandato che per la prima volta tiene a battesimo questo primo Pride della storia di Lecco. Insieme a voi stiamo scrivendo una nuova pagina della nostra città, che oggi in questa piazza afferma di essere capace di accogliere ogni forma di diversità ritenendola una ricchezza”.
“Se un sindaco è qui lo fa per portare avanti il campo dei diritti, non dei gusti o degli orientamenti personali che lasciamo alla sfera privata, ma diritti che assumono veste giuridica e legale perché solo in questo modo il diritto diventa reale affermazione di libertà”
Diritti acquisiti o nuovi, ha proseguito il sindaco, “vanno affermati, difesi e promossi”. Gattinoni dal palco ha ricordato Felice e Luca, la prima coppia unita civilmente che il sindaco ha auto modo di celebrare in municipio: “Ho potuto capire in quel momento come la loro vita stesse cambiando, grazie ai diritti, grazie alle leggi giuste, grazie alla buona amministrazione. Quello – ha detto Gattinoni – è diventato un momento di potente normalità”.
“La ferita inferta ad una sola persona offende la libertà di tutti – ha aggiunto il sindaco ricordando le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – per questo vogliamo estendere i diritti. Sono orgoglioso di questa piazza”.
L’altra piazza, i ‘Pro Vita’
Due piazze contrapposte, quella del Pride e dei ‘Pro Vita’ nella vicina piazza XX Settembre. Una piazza, quest’ultima, che si oppone invece al DDL Zan considerandolo un provvedimento liberticida della libertà di espressione. Qualche decina le persone al banchetto tra cui il consigliere comunale di FDI, Giacomo Zamperini.
Due piazze che, per un attimo, si sono ‘sfiorate’ quando un gruppo di giovanissimi del Pride si sono avvicinati intonando slogan anti fascisti. E’ bastata l’interlocuzione del personale della Questura per far desistere il gruppetto che ha fatto ritorno verso Piazza Garibaldi.